Cala la produzione industriale. E così, neanche a dirlo, scende a picco il numero degli occupati a tempo indeterminato: solo nel mese di dicembre sono ben 75 mila i posti di lavoro perduti.
I numeri non lasciano dubbi perché vengono dall’Istat e, come sottolinea il quotidiano Il Giornale, non parlano chiaro del disastro (l’ennesimo) del governo rosso-giallo. La situazione economica è preoccupante e a dirlo sono altri dati.
Perché alla perdita di posti di lavoro a tempo indeterminato va aggiunta quella dei lavoratori autonomi, 16 mila in meno solo a dicembre, 71 mila dall’inizio del 2019. Numeri che dimostrano il totale abbandono da parte del governo delle piccole imprese e del popolo delle partite Iva, con enormi difficoltà che attanagliano centinaia di migliaia di liberi professionisti.
Tant’è che ad aumentare è il numero dei dipendenti a tempo (+ 17 mila a dicembre, +45 mila in tutto il 2019). Tradotto: crollano i contratti stabili, cresce il lavoro precario.
L’andamento del Pil nel quarto trimestre del 2019 (-0,3%), secondo l’ufficio studi della Confcommercio “è un dato leggermente peggiore delle attese (-0,2% nell’ultima congiuntura Confcommercio) che se fosse confermato costituirebbe la più grave contrazione congiunturale dell’attività economica dall’inizio del 2013″.
Al di là delle correzioni che potranno essere apportate, prosegue Confcommercio, “si tratta dell’ennesima conferma di una perdurante fase di stagnazione dalla quale si può uscire solo con un recupero della produttività sistemica”.