La nave della Ong “Sea Watch”, già arrivata con la forza nella nostra nazione con lo “show” della “capitana” Carola Rackete, sta per attraccare ancora una volta in Italia, con a bordo 194 immigrati recuperati nei giorni scorsi al largo delle coste della Libia.
Ieri sera il governo rosso-giallo ha deciso di accoglierla e di assegnarle come “porto sicuro” quello di Messina, in Sicilia. Una scelta che fa discutere, anche alla luce dell’emergenza coronavirus che sta affrontando l’Italia e quella specifica Regione, che conta già alcuni contagiati.
Così, il governatore Nello Musumeci ha protestato e chiesto al governo regole chiare: “Faccio appello al presidente Conte: – ha detto – dal governo regionale siciliano è arrivato finora un responsabile atteggiamento rispetto alla gestione unitaria di questa emergenza. Ma serve reciprocità“.
“Avevo chiesto ieri e ribadisco oggi: in un contesto di allarme come quello attuale, suona come una sfida al popolo siciliano pensare di fare sbarcare altri 194 migranti in Sicilia”, ha aggiunto Musumeci rivolgendosi al premier.
“Una quarantena a bordo è indispensabile – ha sottolineato il governatore siciliano – o, se le autorità ritengono che la nave non lo consenta, si interloquisca con le autorità competenti e si diriga in altri porti”.
La stessa Ong, inoltre, ha già fatto presente che “altre due imbarcazioni sono in difficoltà al largo delle coste libiche. Chiediamo a tutte le autorità competenti di intervenire immediatamente. Non abbandonatele in mare”. E il governo di Malta si rifiuta di intervenire.