«Dobbiamo arginare i mafiosi sui social. Salvini è allineato al Quirinale, nessun regalo alle cosche»
di Federico Capurso
Partiti che si combattono sul tema della lotta alla mafia non danno un bel segnale.
«Le divisioni della politica su un tema come questo non fanno bene, è vero, ma nel centrosinistra devono smetterla di sentirsi moralmente superiori. Per una vita hanno detto che la mafia si combatte con l’educazione alla legalità e il recupero delle periferie; noi lo stiamo facendo, come abbiamo dimostrato a Caivano, e alla loro ricetta aggiungiamo anche la repressione, che è necessaria. Non possiamo accettare lezioni dalla sinistra, che fa la lotta alla mafia dai salotti».
Si riferisce alle critiche di Rosy Bindi?
«Non si deve permettere di dire che collaboriamo con le cosche e dimentica che i mafiosi in carcere vogliono far saltare in aria Andrea Delmastro per il suo lavoro sugli istituti di massima sicurezza».
Bindi, da ex presidente della commissione Antimafia, spiegava che il vostro nuovo codice degli appalti elimina l’obbligo di indicare chi ottiene i subappalti e, così, si fa un regalo alla criminalità organizzata. Non è un problema?
«Siamo pronti a collaborare con chiunque e se ci sono proposte per migliorare il codice degli appalti le ascoltiamo, ma il tentativo di fondo mi sembra sempre quello di bloccare le opere con un no a tutto. È anche questo che permette alla mafia di lucrare: più passaggi burocratici ci sono, più ha occasione di insinuarsi, interferire, chiedere favori. C’è poi un altro aspetto su cui si deve fare sempre più attenzione».
Quale?
«Sui social la mafia prolifera, attrae i giovani, costruisce una narrazione pericolosa. Da questo punto di vista, Chiara Colosimo sta facendo un lavoro eccezionale. Ha stretto un accordo con Tik Tok grazie al quale la commissione Antimafia può chiedere che vengano chiusi i profili di chi sfoggia atteggiamenti mafiosi, con quella che Musacchio ha definito “mafiosità virtuale”. Vorrei che anche altre piattaforme fossero altrettanto sensibili. Mi auguro che anche Meta faccia un accordo del genere al più presto».
Intanto Arianna Meloni descrive il Pd come un partito che parla con i mafiosi. Non ha esagerato?
«Ha tutta la mia solidarietà per gli attacchi che ha subito dalla sinistra. Serracchiani e Orlando hanno usato parole indegne contro di lei, ma prima di parlare di mafia devono spiegare perché, quando andarono in carcere a visitare l’anarchico Alfredo Cospito, acconsentirono alla sua richiesta di parlare con dei mafiosi e di rendergli omaggio».
Per quella vicenda, di cui lei diede conto in Aula, Delmastro è stato condannato in primo grado.
«Ci sarà il secondo e terzo grado di giudizio, che ristabiliranno la verità. I giudici poi non spiegano nelle motivazioni di quella sentenza per quale motivo quelle notizie fossero riservate».
Per il Ponte sullo Stretto garantisce che non ci saranno deroghe ai controlli antimafia?
«Salvini ha parlato di contatti diretti con il Quirinale. Si troverà una soluzione che garantisca velocità di realizzazione dell’infrastruttura e al tempo stesso le più severe verifiche antimafia. Il Ponte non sarà un banchetto per la criminalità organizzata».
Intanto sono stati individuati alcuni terreni appartenenti a famiglie legate alla ‘ndrangheta dove finirebbero i materiali di scarto del cantiere.
«Ci saranno le opportune verifiche. Il Ponte va fatto per combattere la mafia, non per farle regali. Ma è un problema anche chi non vuole lo sviluppo del Sud: dove manca lo Stato, arrivano le cosche».