Pandemia, ecco come Conte ha salvato gli amici che sperperavano i soldi degli italiani

Danni rilevanti alle casse dello Stato”, ma molti procedimenti saranno archiviati dalla Corte dei conti grazie allo scudo erariale voluto da Giuseppe Conte

Dalle irregolarità nell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione allo stoccaggio di mascherine inutilizzabili perché senza la certificazione CE, dall’affidamento di forniture a società decotte fino all’acquisto illecito dei sistemi di ventilazione polmonare, dall’acquisto dei banchi a rotelle a quello dei tamponi in eccesso, da appalti a dir poco opachi fino al mancato utilizzo di centinaia di migliaia di dosi di vaccino prossime alla scadenza dovuto ad assegnazioni alle Regioni oltre tre volte il reale fabbisogno. È solo parte dell’inquietante quadro sui disastri sulla gestione della pandemia che sta emergendo in queste ore. Ma non solo.

L’ancora di salvataggio di Conte a chi sperperava i soldi degli italiani

Mentre i suoi amici sperperavano i soldi degli italiani in ventilatori cinesi senza certificazione CE, in affidamenti a società fallite, in tamponi in eccesso rispetto a quelli che sarebbero stati utilizzati, Giuseppe Conte preparava per loro uno scudo erariale per proteggerli.

E proprio grazie a quello scudo erariale premeditato, adesso molte segnalazioni presentate alla Corte dei Conti, pur in presenza di rilevanti danni per le casse dello Stato, saranno inevitabilmente archiviate. E nessuno risponderà per aver buttato soldi degli italiani.

Danni rilevanti alle casse dello Stato, ma procedimenti archiviati

“Le attività di indagine delle Procure regionali della Corte dei conti hanno dovuto tenere in debita considerazione il quadro normativo che ha regolato gli interventi decisi per contrastare l’emergenza epidemiologica (decreti legge n. 14 e n.76). Il combinato disposto di queste due norme ha fatto sì che numerose segnalazioni di possibili danni siano state immediatamente archiviate per insussistenza di elementi specifici da perseguire e, nel contempo, gran parte delle istruttorie sia stata chiusa con motivati provvedimenti di archiviazione, stante la mancanza di comportamenti dolosi da perseguire.

È ragionevole supporre che diverse istruttorie ancora aperte finiranno per essere archiviate non potendosi perseguire i profili commissivi connotati da colpa grave, pur in presenza di ipotesi di danno assai rilevanti”, così il Procuratore generale della Corte dei conti Pio Silvestri in una lettera indirizzata a Marco Lisei, Presidente della Commissione d’inchiesta Covid.

L’ombrello di Conte salva chi ha sperperato i soldi dei contribuenti

Giuseppe Conte ha voluto mettere le mani avanti sulla gestione dell’emergenza Covid, ideando uno scudo erariale per proteggere tutti i suoi amici che, in quel momento, stavano sperperando i soldi dei contribuenti italiani. Lo ha fatto con due decreti legge: il Dl n.14 del 9 marzo 2020, che limita la responsabilità erariale nel solo caso in cui venga accertato il dolo del funzionario, ed il Dl n.76 del 2020, prorogato fino al 30 aprile 2025, che invece prevede l’esenzione delle responsabilità per chi ha causato un danno erariale.

Queste due norme hanno consentito agli amici di Giuseppe Conte di evitare di rispondere di ogni responsabilità per tutti i danni che hanno causato alle casse dello stato durante la pandemia. Ma non finisce qua, purtroppo. Quanto sta emergendo dalla Commissione d’inchiesta Covid è davvero inquietante. Stamani è stata audita in Commissione la società JC, la quale ha evidenziato una serie di decisioni, omissioni, mancati controlli e falsità per agevolare e consentire l’affidamento di una commessa miliardaria a favore di soggetti scelti dal Commissario Arcuri, pur in assenza delle certificazioni dovute.

Buonguerrieri: “Arcuri sapeva di acquistare mascherine non idonee”

“Domenico Arcuri e la struttura commissariale sapevano di acquistare, con soldi pubblici, mascherine non idonee. È quanto emerso stamattina dall’audizione in commissione parlamentare del fondatore della Jc Electronics, l’azienda che dovrà essere risarcita dallo Stato italiano per la cifra di oltre 203 milioni di euro a causa di una commessa di mascherine risolta da Arcuri su basi illegittime.

Non solo. Risulterebbe, infatti, che la documentazione formalmente a corredo delle mascherine importate, comprate dalla struttura commissariale del dott. Arcuri in Cina dal consorzio Wenzhou-Luokai, non avrebbe ricevuto l’approvazione dall’Agenzia delle dogane e sarebbe stata segnalata come inadeguata anche dal Governo cinese. È doveroso allora indagare su possibili profili di dolo. È doveroso verificare se, mentre italiani innocenti morivano, qualcuno si è arricchito alle loro spalle frodando lo Stato”. Così in una nota la deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia.