Giustizia, il Parlamento approva una riforma storica. Ora spetta agli italiani confermarla

Separazione delle carriere e non solo: la legge segna un punto di svolta nel sistema giudiziario. Meloni: “Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte. Ora la parola passerà ai cittadini attraverso il referendum confermativo

Con l’approvazione della riforma costituzionale della giustizia segniamo un traguardo storico. Abbiamo onorato l’impegno assunto, ora saranno gli italiani, attraverso il referendum confermativo, a sancire questo passaggio decisivo per il futuro della Nazione. Insieme possiamo scrivere una nuova pagina per l’Italia, più giusta e più libera. Avanti, senza esitazioni.

Meloni: “Passo importante verso un sistema più efficiente”

“Oggi, con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. 

L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”, così il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato l’approvazione in ultima lettura al Senato della riforma della giustizia.

Il Senato approva la riforma della giustizia

La riforma della giustizia, già approvata in doppia lettura alla Camera, ha ricevuto la seconda approvazione da parte del Senato con 112 voti favorevoli. Anche in questo caso, di fronte ad una riforma necessaria da tempo, la sinistra ha votato contro. Ma adesso la parola passerà ai cittadini che saranno chiamati ad esprimersi tramite referendum confermativo.

Separazione delle carriere

La riforma, appena approvata in ultima lettura al Senato, spazza via la paura che ha paralizzato l’attività di amministratori locali, introduce un utilizzo più ragionato delle intercettazioni e pone uno stop alle valanghe di procedimenti che ingolfavano la giustizia e maggiori garanzie per i cittadini.

Non solo, la riforma prevede la separazione netta delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Mentre, fino ad ora, avevano lo stesso percorso formativo con la possibilità di cambiare funzione tra pm e giudice, da ora questo non sarà più possibile. Ogni magistrato dovrà scegliere all’inizio della sua carriera quale dei due ruoli assumere.

Inoltre verranno istituiti due Consigli superiori della magistratura: uno per i pubblici ministeri ed uno per i giudici. In entrambi i Consigli i membri che li compongono verranno sorteggiati, in modo tale da limitare il potere delle correnti interne.

Avevamo promesso agli italiani che l’avremmo fatta e la stiamo facendo: le riforme non si evocano, ma con il centrodestra si approvano, a garanzia di tutti gli italiani.