Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Pillola abortiva: in Piemonte stop alla somministrazione nei consultori

Pillola abortiva: in Piemonte solo in ospedale

L’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone ripristina i principi della 194 a difesa delle donne. In Piemonte la pillola abortiva si potrà assumere solo in ospedale

In Piemonte divieto di aborto farmacologico nei consultori: la pillola abortiva solo in ospedale. A stabilirlo sono le indicazioni contenute nella circolare di chiarimento e indirizzo destinata ad Aso e Asl dalla Regione.

La Regione ribalta così la decisione del Ministero della Salute dei primi di agosto con cui si abolisce l’obbligo di ricovero. L’iniziativa è dell’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, esponente della giunta della Regione Piemonte Cirio che prevede, dunque, lo stop alla somministrazione della pillola abortiva nei consultori day-hospital.

Le modalità di ricovero per l’aborto farmacologico dovranno essere valutate dal medico e dalla direzione sanitaria. La decisione riguarda anche l’attivazione di sportelli informativi all’interno degli ospedali piemontesi che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita.

La comunicazione in Piemonte arriva dopo le linee guida approvate lo scorso il 13 agosto dal ministero, che avevano chiarito che la pillola abortiva può essere assunta anche in regime di day hospital.

Quando la Ru486 fu approvata anche in Italia dall’Aifanel 2009, l’orientamento infatti era quello di vincolare il suo utilizzo al ricovero ordinario di almeno 3 giorni, indicazione accolta da buona parte delle Regioni.

Alcune, tra cui l’Umbria, avevano invece scelto in autonomia di consentire anche il day hospital. Così la neo governatrice del centrodestra Donatella Tesei aveva deciso di tornare al ricovero obbligatorio.

Un fatto che aveva spinto Speranza a varare le nuove linee guida sulla pillola abortiva.

Oggi la Regione Piemonte, così come aveva tentato di fare l’Umbria, ha ripristinato le regole. Una decisione in linea con quanto prevede la legge 194 sull’aborto a tutela della salute della donna.