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L’Ue fa retromarcia sui pesticidi

Il passo indietro sui pesticidi è una vittoria raggiunta anche grazie al lavoro concreto del governo Meloni

L’Italia non ha mai smesso di tutelare, a livello nazionale come in sede europea, sia l’esigenza di politiche frutto di una corretta coscienza ecologica, sia la necessità di misure serie e concrete per chi, con la natura, ci sta a contatto tutti i giorni, ci lavora e ci vive: in primis, chiaramente, gli agricoltori.

Proprio gli agricoltori che sono scesi nelle piazze e nelle strade di tutta Europa con i loro trattori: stanno dando voce a chi è strozzato dalle politiche europee. Molta della rabbia degli agricoltori arriva da una lettura ideologica della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l’ambiente combattendo gli agricoltori: noi siamo dalla loro parte. Clicca qui per approfondire i motivi delle proteste degli agricoltori.

L’Ue torna indietro sui pesticidi

Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato alla plenaria di Strasburgo l’intenzione di ritirare la proposta di regolamento che mira a dimezzare l’uso dei pesticidi perché “è diventata un simbolo di polarizzazione: è stata respinta dal Parlamento europeo e anche in Consiglio non si registrano più progressi”. Inoltre, ha aggiunto che “la Commissione potrebbe presentare una nuova proposta molto più matura, con il coinvolgimento delle parti interessate”.

Vince la concretezza di Meloni

Quella di oggi è l’ennesima riprova di come l’atteggiamento pragmatico e concreto del Presidente Meloni, diametralmente opposto a quello ideologico delle sinistre, abbia convinto l’Europa a cambiare rotta.

Il Presidente Meloni ha così accolto la notizia: “È una vittoria anche italiana l’annuncio della Commissione europea del ritiro della proposta legislativa sui pesticidi. Fin dal suo insediamento, infatti, il Governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione”.

Lollobrigida: “Approccio ideologico avrebbe avuto effetto devastante”

“La Commissione UE recepisce le proposte dell’Italia. Bisogna limitare ulteriormente gli agrofarmaci solo quando si è in grado di proteggere le produzioni con metodi alternativi. Abbiamo contrastato, dal primo giorno, un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo sull’ambiente.

È evidente e logico che eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella”, le parole chiare del Ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida.

Procaccini: “A Bruxelles stanno ritrovando la via della ragione”

“La commissione Ue fa marcia indietro sull’utilizzo degli agrofarmaci in agricoltura. La proposta viene ritirata per la contrarietà dei governi nazionali, a capo dei quali si è posto quello italiano, ma anche a seguito della battaglia all’Europarlamento del 22 novembre scorso. In quell’occasione riuscimmo ad approvare diversi emendamenti a favore dell’agricoltura, stravolgendo il testo originario connotato dal solito radicalismo ambientalista”. È quanto afferma il co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia.

“Cade così un pilastro del Green Deal eretto in questi anni dalle politiche di socialisti e verdi capeggiati da Frans Timmermans, i cui regolamenti hanno scatenato la rivolta degli agricoltori europei. Nessuno contesta la necessità di contrastare l’abuso dei fitofarmaci, ma neanche è possibile immaginare di farne a meno. Se non al prezzo di un grave rischio sanitario oltre che di un danno alla produzione agricola continentale. Esponendola, tra l’altro, all’ingiusto vantaggio competitivo delle coltivazioni extra Ue.

L’Italia, grazie al lavoro delle associazioni degli agricoltori e del ministro Lollobrigida, ha sempre avanzato proposte di buon senso in Europa, basate su realismo e innovazione tecnologica. Raramente sono state accolte. Finalmente, complice anche l’approssimarsi delle elezioni europee, qualcuno a Bruxelles sta ritrovando la via della ragione. Speriamo solo che non sia troppo tardi”, conclude Procaccini.