Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Giustizia, riforma epocale: mai più correnti

La separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, il sorteggio per i posti apicali in modo da eliminare il suk delle correnti e il gran giurì per valutare il comportamento delle toghe: la riforma che l’Italia aspettava da tempo

Era nel programma con il quale il centrodestra si è presentato alle elezioni ed è stato fatto. Un altra promessa mantenuta. Il governo Meloni continua a centrare gli obiettivi: il Consiglio dei Ministri ha approvato un’epocale riforma della Giustizia. L’Italia l’aspettava da tempo: è un’occasione storica. Vogliamo liberare la magistratura dalle correnti e separare le carriere di giudici e pubblici ministeri. Adesso sarà il Parlamento a doversi occupare della riforma, ma ci sono tutti i presupposti per la sua approvazione definitiva entro la legislatura.

Giovanni Falcone: “Il Pm non deve essere una specie di paragiudice”

“A chi accusa il Governo di aver approvato una riforma della Giustizia ‘nemica della magistratura’ forse andrebbero rilette le parole di Giovanni Falcone”. Lo scrive in un post sui social Giorgia Meloni citando una frase del magistrato Giovanni Falcone: ‘Il pm non deve avere nessun tipo di parentela con il giudice e non deve essere, come invece è oggi, una specie di paragiudice. Chi, come me richiede che (giudice e pm) siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell’indipendenza del Magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il pm sotto il controllo dell’Esecutivo’.

Ecco come funzionerà la separazione delle carriere

Le nuove norme intervengono allo scopo di distinguere, all’interno della magistratura, che “costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”, la carriera dei magistrati giudicanti e quella dei magistrati requirenti, e di adeguare l’ordinamento costituzionale a tale separazione. Si prevede, di conseguenza, l’istituzione del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica.

Di tali Consigli superiori fanno parte di diritto, rispettivamente, il primo Presidente e il Procuratore generale della Corte di cassazione. Gli altri componenti sono estratti a sorte, per un terzo, da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione, e, per due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti, nel numero e secondo le procedure previste dalla legge.

Nascerà l’Alta Corte Disciplinare

Con le nuove norme, la giurisdizione disciplinare nei riguardi dei magistrati ordinari, giudicanti e requirenti, è attribuita alla neo-istituita “Alta Corte disciplinare”. L’Alta Corte è composta da quindici giudici, tre dei quali nominati dal Presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio e tre estratti a sorte da un elenco di soggetti in possesso dei medesimi requisiti che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione nonché da sei magistrati giudicanti e tre requirenti estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie, con almeno venti anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgano o abbiano svolto funzioni di legittimità.

I giudici dell’Alta Corte durano in carica quattro anni e l’incarico non può essere rinnovato. L’ufficio di giudice dell’Alta Corte è incompatibile con quello di membro del Parlamento, del Parlamento europeo, di un consiglio regionale o del Governo, con l’esercizio della professione di avvocato e con ogni altra carica e ufficio indicati dalla legge. L’Alta Corte elegge il presidente tra i giudici nominati dal Presidente della Repubblica e quelli sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento.

La legge determina gli illeciti disciplinari e le relative sanzioni, indica la composizione dei collegi, stabilisce le forme del procedimento disciplinare e le norme necessarie per il funzionamento dell’Alta Corte, e assicura che i magistrati giudicanti o requirenti siano rappresentati nel collegio.

Mai più scandali Palamara

“Il Csm negli ultimi anni, non solo a detta mia o della maggioranza, non ha dato una buona prova di sé: scandali come quello di Palamara e altri hanno eccitato le proteste di molti giornalisti anche equilibrati, ma i rimedi alla degenerazione correntizia non sono stati approntati.

Interrompere il legame tra elettore ed eletto, che ha portato a una serie di anomalie, era il nostro compito: questo avviene tramite il sorteggio tra persone estremamente qualificate e già valutate varie volte come idonee”, ha detto il Ministro Nordio in conferenza stampa. Clicca qua sotto per vedere tutta la conferenza:

Nordio: “Magistratura potere autonomo ed indipendente”

“La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, ed è composta dalla magistratura della carriera giudicante e da quella della carriera requirente. Abbiamo dato rilevanza costituzionale anche al fatto che la magistratura requirente è, deve essere e resterà indipendente da qualsiasi interferenza del potere esecutivo, da qualsiasi pressione di altri organismi, gode e godrà delle stesse garanzie di indipendenza della magistratura giudicante”, ha affermato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio durante la conferenza stampa avvenuta dopo il Consiglio dei Ministri.

Foti: “Separazione delle carriere altro obiettivo previsto dal governo Meloni”

“L’approvazione del disegno di legge che dispone la separazione delle carriere dei magistrati da parte del Consiglio dei Ministri raggiunge un altro obiettivo previsto dal programma elettorale del centrodestra a cui il governo Meloni dà attuazione. La separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, il sorteggio per i posti apicali in modo da eliminare il suk delle correnti e il gran giurì per valutare il comportamento delle toghe, sono scelte che incideranno profondamente sul sistema giudiziario ed erano attese da troppo tempo.

Sarà il Parlamento che si pronuncerà in via definitiva sul disegno di legge ed il suo contributo sarà fondamentale, ma all’evidenza il sentiero del cambiamento è tracciato: i cittadini meritano, infatti, la terzietà dei giudici indipendenti dal potere politico”, ha dichiarato Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

Una riforma attesa da tempo

“Una riforma attesa da decenni è oggi diventata realtà. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato il ddl che dispone la separazione delle carriere dei magistrati, nonché il sorteggio per i posti apicali nel Csm e il gran giurì per esprimersi sugli illeciti delle toghe. Questa riforma, presente nel programma elettorale di Fratelli d’Italia e del centrodestra, dimostra con il governo Meloni i propositi diventano realtà”, aggiunge in una nota il senatore Gianni Berrino, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia.

Questa riforma coraggiosa segna un’epoca

“Questo governo passerà alla storia per essere riuscito finalmente a modificare la giustizia in maniera seria e coerente con il mandato che gli hanno affidato gli elettori. Il governo Meloni mette nero su bianco, con coraggio, una riforma che segna un’epoca. In Parlamento saremo aperti al confronto per raccogliere il contributo di ogni forza politica, ma nella consapevolezza che siamo di fronte a una riforma necessaria per la Nazione e serve senso di responsabilità da parte di tutti”, conclude il deputato di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri, componente della commissione Giustizia alla Camera.