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Ecco come l’Italia cambierà l’Europa: il nostro programma per le europee

Ecco i 15 punti del nostro programma di Fratelli d’Italia per le elezioni europee: vogliamo un’Europa più giusta, competitiva, indipendente e finalmente protagonista nello scenario internazionale

Al fianco delle imprese e dei lavoratori, a difesa degli agricoltori e delle eccellenze italiane, per una politica vicina alle famiglie e a sostegno della natalità, contro l’austerità e le eco-follie della sinistra che svuotano le tasche dei cittadini e ci condannano ad una “decrescita infelice”. I 15 punti del programma di Fratelli d’Italia racchiudono la nostra visione di Europa: più giusta, competitiva, indipendente e finalmente protagonista nello scenario internazionale.

Con Meloni l’Italia è al centro dell’Europa

Con il governo guidato da Giorgia Meloni l’Italia ha finalmente assunto il ruolo che merita in Europa: abbiamo tracciato la rotta sul contrasto all’immigrazione illegale e difeso settori strategici della nostra economia con posizioni forti e credibili. Vogliamo continuare su questa strada perché l’Ue recuperi la sua vera essenza e da gigante burocratico si trasformi in una confederazione di Stati sovrani con pari dignità, liberi di intervenire sulle materie più prossime alla vita dei cittadini e uniti nel far fronte in modo efficace alle grandi sfide del nostro tempo.

L’Europa del lavoro

Investire sulle imprese e sulla formazione per creare occupazione.

Vogliamo incentivare l’occupazione e la competitività nell’Unione Europea at- traverso politiche attive del lavoro e la creazione di un ambiente favorevole alla crescita delle realtà produttive. Sarà possibile liberare le energie delle imprese europee semplificando le procedure, riducendo la burocrazia e le limitazioni imposte dall’Europa.

  • Favorire la creazione di nuovi posti di lavoro, tenendo conto delle sfide economiche e ambientali.
  • Sostenere l’imprenditorialità e l’innovazione attraverso finanziamenti e semplificazione normativa, promuovendo anche il partenariato pubblico-privato.
  • Limitare il peso amministrativo e burocratico derivante dalle normative UE, in particolare per le micro, piccole e medie imprese. Applicare effettivamente lo Small Business Act e il principio “one in, one out”: nessuna nuova legislazione senza una preventiva valutazione d’impatto sulla vita delle imprese.
  • Sostenere concretamente le imprese, in particolare le MPMI, per contra- stare i crescenti costi energetici e la volatilità dei prezzi delle materie prime.
  • Equiparare imprese e professionisti per quanto riguarda incentivi e sostegni.
  • Riconoscere il ruolo e l’utilità sociale delle imprese di vicinato nel proteggere le città dal degrado, creare posti di lavoro a livello locale e valorizzare le tradizioni e le caratteristiche del territorio.
  • Incentivare l’imprenditoria giovanile e le aziende che assumono e incrementare le risorse per la formazione scuola-lavoro e la riqualificazione professionale.
  • Individuare risorse non spese nell’ambito del bilancio UE da utilizzare per la detassazione verso le aziende che creano nuova occupazione di qualità, sul modello italiano del “più assumi meno paghi”.

Con gli agricoltori custodi dell’ambiente e della sovranità alimentare

Agricoltura: un pilastro per garantire la sovranità alimentare europea.

Il Green Deal ha preso di mira il settore agricolo, negando il suo ruolo fondamentale nella conservazione e protezione del territorio, nel garantire prodotti di qualità e nella valorizzazione delle aree rurali. Gli agricoltori sono stati visti come un “problema”, in realtà sono una risorsa preziosa per far fronte alla crisi climatica. In Europa, ci siamo battuti e continueremo a batterci per valorizzare l’agricoltura e difendere il legame millenario tra terra, popolazione, allevamento e cibo, e per tutelare il lavoro e le eccellenze enogastronomiche italiane, patri- monio culturale e presidio dei territori.

  • Rivedere la Politica Agricola Comune (PAC) rimuovendo le norme che riducono le superfici coltivabili e il reddito degli agricoltori, innalzando il limite previsto per gli aiuti di Stato e introducendo una moratoria sui debiti.
  • Rivedere la normativa sul “Ripristino della natura” per non penalizzare l’agricoltura e l’allevamento.
  • Proseguire la battaglia contro la produzione e commercializzazione di carne e cibi sintetici.
  • Contrastare l’adozione obbligatoria di sistemi di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, come il Nutriscore, che penalizzano le eccellenze italiane e la dieta mediterranea.
  • Difendere e sostenere il settore vitivinicolo, denunciando ogni iniziativa che indichi il solo consumo dei prodotti della filiera come nocivo per la salute.
  • Migliorare la disciplina sul benessere animale.
  • Attuare il principio di reciprocità: aprire il mercato UE alle produzioni provenienti da Paesi extra-europei soltanto se rispettano gli standard sociali e ambientali richiesti ai nostri prodotti.

Difendere la natura senza eco-follie

Case green, auto elettriche e industria: fermare la deriva ideologica della sinistra.

L’ecologia è uno dei pilastri del pensiero conservatore: la biodiversità che nasce dall’incontro tra uomo e natura fa parte del patrimonio che vogliamo conservare e trasmettere ai nostri figli. Il raggiungimento degli obiettivi climatici deve essere economicamente e socialmente sostenibile, senza approcci ideologici, obiettivi irraggiungibili e oneri sproporzionati per cittadini e imprese. Le eco-follie del Green Deal scritto dalla sinistra europea ci condannano ad una “decrescita infelice”. Vogliamo cambiare queste regole e creare le condizioni per salvaguardare l’ambiente, rendendo le nostre imprese più sostenibili e competitive.

  • Applicare i principi di sussidiarietà e di proporzionalità previsti dai Trattati fondativi dell’UE alle politiche ambientali, affinché le strategie per il raggiungimento degli obiettivi climatici siano decise dai singoli Stati membri, compatibilmente con i modelli industriali e le specificità dei diversi contesti.
  • Modificare radicalmente la direttiva sulle “case green” per tutelare i proprietari di immobili ed efficientare il patrimonio edilizio in modo graduale e sostenibile, prevedendo adeguati incentivi a livello UE.
  • Cancellare il blocco alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035: rilanciare il settore automotive secondo il principio di neutralità tecnologica, investendo su tutti i carburanti alternativi e non soltanto sull’elettrico, e sviluppare la filiera dei biocarburanti tutelando le imprese dell’indotto.
  • Scorporare gli investimenti nella transizione verde dal calcolo del rapporto deficit/PIL.
  • Creare strumenti comuni europei con cui finanziare le priorità industriali di carattere strategico.
  • Finanziare con il bilancio europeo interventi per la riqualificazione e la messa in sicurezza del territorio, per un’efficace politica di prevenzione delle catastrofi ambientali.
  • Sostenere la decarbonizzazione delle diverse modalità di trasporto e in- vestire sulla mobilità urbana sostenibile.

Salute, diritti e libertà

L’Europa dopo il Covid-19: per una sanità efficiente al servizio della persona.

L’Europa deve tutelare il diritto alla salute, il benessere e la qualità della vita dei cittadini con un approccio di buon senso e privo di condizionamenti ideologici, rispettando i diritti fondamentali delle persone. Dopo la pandemia è essenziale investire strutturalmente nella sanità pubblica per renderla efficace, efficiente e in grado di affrontare le sfide presenti e future.

  • Aumentare gli investimenti sulla sanità e la collaborazione tra Stati membri per garantire sistemi sanitari efficienti e vicini al cittadino.
  • Prepararsi ad affrontare eventuali minacce per la salute a carattere transfrontaliero investendo sulla prevenzione e attraverso la cooperazione in campo medico, sanitario e farmacologico, senza violare i diritti fondamentali dei cittadini o scavalcare le prerogative dei singoli Stati membri.
  • No al green pass globale proposto dall’OMS e dall’UE.
  • Fare luce sugli errori commessi nella gestione della pandemia e garantire giustizia alle persone che hanno subito danni permanenti dopo la vaccinazione contro il Covid-19.
  • Finanziare con fondi europei campagne di prevenzione e screening, nonché contro il consumo di droga e tutte le dipendenze.
  • Promuovere lo sport come strumento di benessere fisico e mentale.

Obiettivo natalità

L’Europa al bivio: nella crescita demografica la chiave del futuro.

La popolazione europea cresce sempre meno mentre l’età media si alza sempre di più. Il calo delle nascite, unito all’invecchiamento della popolazione, ha un impatto enorme sul mercato del lavoro, sul sistema di welfare, sul futuro delle aree rurali, sull’ambiente e sulla posizione dell’Europa nello scenario globale. Vogliamo sostenere le famiglie e i giovani. La sfida demografica è epocale e va affrontata in via prioritaria: un’Europa senza figli è un’Europa senza futuro.

  • Considerare la spesa pubblica finalizzata alla natalità come un investimento di carattere produttivo.
  • Investire una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri.
  • Rendere le politiche demografiche una priorità per l’UE: promuovere una cultura baby friendly attraverso campagne di comunicazione europee.
  • Istituire fondi e programmi specifici per sostenere le donne in condizioni di fragilità che vogliono diventare mamme.
  • Promuovere stili di vita sani tra i giovani e azioni di contrasto al bullismo e alla criminalità giovanile.
  • Incrementare i fondi europei per le politiche a favore dell’inclusione e del benessere dei soggetti fragili, degli anziani e dei diversamente abili.

Superare l’austerity

Obiettivi chiari e più investimenti per una crescita economica sostenuta, duratura e che colmi i divari.

La politica di austerità che l’Europa ha conosciuto negli anni passati non deve tornare: la sostenibilità del debito può essere raggiunta solo con una crescita vigorosa, figlia di spese per investimenti, e non con tagli selvaggi alla spesa pubblica che deprimono ulteriormente l’economia. Riteniamo essenziale continuare a lavorare per un uso più rapido ed efficiente delle risorse europee, a partire dai fondi del PNRR e da quelli della politica di Coesione, che permettono le riforme e gli investimenti necessari a sostenere le famiglie e le imprese italiane e a rendere più moderno il nostro sistema produttivo. In particolare vogliamo tenere alta l’attenzione nei confronti delle aree economicamente più svantaggiate e delle Regioni del Sud.

  • Migliorare il Patto di Stabilità e Crescita nell’ottica di una maggiore flessibilità, tenendo conto delle esigenze finanziarie degli Stati membri.
  • Prevedere una strategia per gli investimenti dell’UE, al fine di raggiungere gli obiettivi di crescita e di indipendenza industriale ed energetica.
  • Favorire la spesa per investimenti che produce crescita economica, contribuisce a creare ricchezza e riduce il debito pubblico.
  • Escludere dal computo di deficit e debito le spese per investimento collegate alla transizione verde e digitale, nonché quelle per la difesa.
  • Rafforzare il dialogo con la BCE affinché i tassi di interesse ufficiali possano essere ridotti fortemente, a beneficio di mutui e altri finanziamenti.
  • Garantire l’efficacia e l’efficienza del bilancio UE per assicurare che i soldi dei contribuenti europei vengano spesi al meglio.
  • Garantire che l’eventuale introduzione dell’euro digitale non determini svantaggi e costi ulteriori a carico di imprese e cittadini.
  • Proseguire con il raggiungimento degli obiettivi del PNRR secondo il calendario previsto, al fine di conseguire i risultati del Piano entro la scadenza concordata del giugno 2026.
  • Lavorare ad una riforma della Politica di Coesione per il periodo successivo al 2027, che consenta all’Italia un impiego dei fondi più efficiente rispetto al passato: occorre spendere di più, ma occorre anche farlo meglio.
  • Dedicare particolare attenzione, anche a livello europeo, allo sviluppo economico delle aree più svantaggiate e alle Regioni del Sud Italia, proseguendo il disegno strategico avviato con gli Accordi per la coesione sul Fondo di sviluppo e coesione e con l’istituzione della Zona economica speciale unica (ZES) del Sud. Serve lavorare a proposte legislative europee in grado di rafforzare la competitività e lo sviluppo di queste aree della nostra Nazione, in funzione del rilancio di tutto il sistema Italia.

Stop alla concorrenza sleale

Per un mercato europeo più equo e competitivo.

È indispensabile tutelare il mercato unico, il tessuto produttivo europeo, e fermare la concorrenza sleale sia all’interno che all’esterno dell’UE. Bisogna contrastare le pratiche elusive e la migrazione delle sedi aziendali verso i “paradisi fiscali europei”.

  • Attuare una politica di concorrenza che assicuri a tutte le imprese di competere in condizioni di parità nel mercato interno europeo.
  • Proteggere l’Europa dalle pratiche commerciali sleali poste in essere da Stati terzi.
  • Introdurre “dazi di civiltà” nei confronti degli Stati che non rispettano i nostri standard qualitativi e le buone pratiche ambientali.
  • Completare la riforma del Codice Doganale UE, per armonizzare i controlli tra gli Stati membri, intensificando l’attività anti-contraffazione e anti-frode.
  • Difendere la proprietà intellettuale e il patrimonio brevettuale europeo, sviluppando il sistema del brevetto unico europeo e la giurisdizione del Tribunale unificato dei brevetti dell’UE.
  • Implementare la normativa UE sul riconoscimento delle indicazioni geo- grafiche per i prodotti artigianali e industriali.
  • Assicurare la qualità del servizio taxi per tutti gli utenti, ferma restando la necessità di evitare fenomeni di concorrenza sleale da parte di grandi piattaforme di intermediazione.
  • Garantire la concorrenza sul mercato digitale per tutti gli operatori, contra- stando la distorsione dei meccanismi concorrenziali da parte delle grandi piattaforme del web.
  • Intervenire sulla fiscalità internazionale, lavorando per garantire un’ade- guata applicazione della Global Minimum Tax e per l’approvazione del primo pilastro del Progetto BEPS (Base erosion and profit shifting), o di misure ad esso ispirate, riguardante principalmente la tassazione delle grandi società che erogano servizi digitali.
  • Completare le tratte transfrontaliere della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) per promuovere l’interconnessione nel mercato unico dell’UE.

PROTEGGERE I CONFINI D’EUROPA

Lotta ai trafficanti di esseri umani e protezione delle frontiere esterne dell’UE.

Deve essere l’Europa a decidere chi entra sul proprio territorio e non le organizzazioni criminali o attori esterni, interessati ad utilizzare i flussi migratori come arma per destabilizzare i governi. L’immigrazione deve essere inquadrata in una cornice di legalità e affrontata in maniera strutturale. Salvare vite è un dovere, così come tutelare chi ha diritto all’asilo, ma il modello voluto dalla sinistra – fatto di accoglienza indiscriminata e redistribuzioni mai attuate – si è rivelato fallimentare. Per questo i flussi migratori irregolari devono essere affrontati innanzitutto considerando la dimensione esterna: una strategia che oggi, grazie all’azione del governo Meloni, è presa a modello anche in UE.

  • Promuovere accordi di cooperazione con gli Stati terzi per il contrasto all’immigrazione clandestina, per fermare le partenze e per la gestione in loco delle domande di asilo e dei trattenimenti per i rimpatri.
  • Rafforzare il controllo delle frontiere dell’UE, potenziando il ruolo di Frontex, Europol ed Eurodac.
  • Contrastare le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di esseri umani.
  • Sostenere il diritto a non emigrare affrontando alla radice le cause dell’immigrazione irregolare con il Piano Mattei per l’Africa.
  • Potenziare il sistema europeo dei rimpatri, implementare gli accordi con i Paesi di provenienza e di transito e stipularne ulteriori sui rimpatri volontari assistiti.
  • Promuovere una collaborazione efficace sulla sicurezza e sul contrasto al terrorismo.
  • Bloccare i finanziamenti verso le organizzazioni fondamentaliste o volti ad influenzare le politiche europee.
  • Difendere la libertà religiosa e le minoranze perseguitate nel mondo.
  • Prevedere quote di immigrazione regolare attraverso l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

FORTE, LIBERA E SOVRANA

A difesa della pace e della libertà europea.

L’Europa ha accumulato un ritardo nello sviluppo di una vera politica estera e della capacità comune di difesa che le attuali minacce internazionali ci chiedono di recuperare rapidamente. Ora più che mai, per ritrovare e garantire la pace, serve un’Unione Europea più autorevole e consapevole della necessità di tutelare i propri interessi.

  • Proseguire nell’impegno a prevenire e risolvere ogni conflitto, per una pace giusta in Ucraina e per il perseguimento del principio “due popoli, due Stati” in Medio Oriente.
  • Dare priorità all’Africa, in quanto area geografica strategica per l’Unione europea.
  • Sostenere l’operazione Aspides, sotto il comando tattico italiano, avviata per garantire la sicurezza della navigazione delle navi UE nel Mar Rosso e tutelare l’economia italiana ed europea.
  • Costruire una politica industriale comune nel settore della difesa, aumentando la collaborazione in una logica di sovranità europea, potenziando la base industriale sia in termini di produzione che di ricerca e sviluppo, e consolidare un’industria della difesa tecnologicamente avanzata, libera da dipendenze esterne ma integrata con la NATO.
  • Sostenere la formazione di una rete di collegamento tra i centri di ricerca degli Stati membri in materia di difesa e sicurezza per alimentare poli industriali comuni e progetti condivisi.
  • Rafforzare lo scambio di informazioni tra Stati UE e l’analisi congiunta delle minacce per prevenirle e affrontarle in modo unitario.
  • Prevedere una formazione del Consiglio dell’Unione Europea che riunisca formalmente i Ministri della Difesa dei 27 per sottolineare l’importanza delle strategie di difesa che le nuove sfide richiedono.
  • Mantenere alta l’attenzione sulle minacce cibernetiche e ibride.
  • Proseguire nel processo di riunificazione europea, secondo un approccio basato sul merito, sia nei confronti dei Paesi dei Balcani occidentali, sia nei confronti di Ucraina, Moldova e Georgia.

VERSO L’INDIPENDENZA ENERGETICA

Diversificazione e differenziazione per un’Italia hub energetico d’Europa.

La nostra strategia per garantire la sicurezza energetica è basata su due pilastri: diversificazione dei fornitori e differenziazione delle fonti di energia. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina e la necessità di sostituire la fornitura di gas da Mosca, l’Italia ha assunto un ruolo centrale per l’approvvigionamento di energia verso l’Europa grazie alla sua posizione geografica al centro del Mediterraneo e alle sue infrastrutture strategiche. Con il Piano Mattei la nostra Nazione può fare da ponte con l’Africa e diventare un hub per garantire l’indipendenza e la sicu- rezza energetica dell’UE.

  • Diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e differenziare le fonti di energia, con particolare attenzione alle rinnovabili e all’idrogeno.
  • Garantire l’autonomia degli Stati membri nel decidere il proprio mix energetico.
  • Investire in ricerca e sviluppo sull’innovazione in campo energetico, compreso il nucleare da fusione più sicuro, stabile e pulito per rendere l’Italia energeticamente sovrana e indipendente.
  • Tornare a valorizzare i giacimenti e le fonti energetiche nazionali ed europee.
  • Orientare le politiche dell’Italia e dei Paesi membri verso una neutralità energetica per una maggiore sicurezza in questo settore strategico
  • Sostenere famiglie e imprese che decidono di investire nelle energie rinnovabili.
  • Sviluppare nel quadro del Piano Mattei accordi di cooperazione e partenariati strategici in ambito energetico con gli Stati africani produttori di energia.
  • Potenziare le infrastrutture e le interconnessioni energetiche, come fatto con il Capitolo RePowerEu all’interno del nostro PNRR.
  • Aumentare gli investimenti per il potenziamento dei sistemi di accumulo, lo sviluppo di reti intelligenti e l’incremento delle comunità energetiche.

DA CONSUMATORI A PRODUTTORI: UNA NUOVA STRATEGIA PER L’INDUSTRIA EUROPEA

Un’industria europea libera, tecnologicamente avanzata, autonoma e competitiva.

Nella corsa globale all’avanzamento tecnologico l’Unione Europea è rimasta indietro. Prima con la pandemia e poi con la guerra in Ucraina, l’industria europea è stata penalizzata dall’assenza di canali sicuri e diversificati di approvvigiona- mento per le materie prime critiche. Non è questo il futuro che vogliamo. Solo diventando sempre più indipendente e perseguendo la sovranità tecnologica l’UE potrà raggiungere un’autonomia strategica che metta le imprese in condizione di aumentare la produzione, prosperare ed essere competitive a livello globale.

  • Diversificare le fonti europee di approvvigionamento di materie prime critiche e di componenti utili alla transizione verde e digitale.
  • Concludere, nell’ambito del Piano Mattei e del Global Gateway, partenariati strategici con Paesi terzi per l’approvvigionamento di terre rare
  • Incrementare le capacità estrattive degli Stati membri favorendo la nascita di imprese europee per l’estrazione e la raffinazione di materie prime critiche e strategiche.
  • Rafforzare la collaborazione europea sia nei settori delle tecnologie green-tech, sia nel riciclo e riuso di componenti ricchi di terre rare e materie prime critiche.
  • Assicurare investimenti comuni in settori chiave come quello dei microprocessori e nella ricerca e innovazione nelle tecnologie avanzate.
  • Implementare gli investimenti in tecnologie critiche, anche attraverso il rafforzamento della piattaforma europea per le tecnologie strategiche STEP.
  • Favorire la rilocalizzazione di industrie europee nel nostro continente ricostituendo catene del valore più corte e affidabili.

L’EUROPA BLU

Sviluppo, sostenibilità e investimenti per una nuova strategia dell’economia del mare.

L’Europa ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nell’economia del mare: vogliamo tutelare le nostre imprese balneari, la nautica, la cantieristica e il turismo marittimo, promuovendone lo sviluppo sostenibile e attraendo investimenti.

  • Difendere le imprese balneari italiane, che rappresentano un’eccellenza nel panorama europeo, garantendo la corretta applicazione della direttiva Bolkestein.
  • Riconoscere l’importanza socio-economica della pesca con una normativa europea più efficace e rispettosa dei contesti nazionali, che garantisca sostenibilità e redditività ai pescatori.
  • Tutelare il patrimonio cantieristico europeo, raggiungere una competitività fiscale rispetto agli altri attori internazionali e prevedere fonti di finanziamento per lo sviluppo della filiera.
  • Sostenere le attività legate ai porti turistici e promuovere la riqualificazione e la trasformazione dei porti commerciali in disuso.
  • Rendere uniformi in tutta l’Unione Europea i titoli nautici.
  • Sfruttare lo sviluppo del turismo nautico come acceleratore in altri settori, creando un’interconnessione con il turismo nell’entroterra.
  • Favorire investimenti sulla portualità e sull’intermodalità, difendendo la proprietà europea delle infrastrutture strategiche.
  • Rivedere le normative ETS che penalizzano i porti europei del Mediterraneo.
  • Valorizzare il settore del turismo promuovendo la cooperazione tra Stati membri per massimizzare il potenziale attrattivo europeo, mettendo in rete le eccellenze del comparto.

L’EUROPA DELLE DONNE

Garantire le pari opportunità per contrastare la violenza di genere.

In Europa le donne continuano a faticare più degli uomini per avere le stesse opportunità e raggiungere gli stessi risultati. Mettere le donne nella condizione di essere libere e autonome nelle loro scelte non è solo un dovere, ma anche una delle armi che abbiamo a disposizione per combattere la violenza di genere. La difesa dei diritti delle donne si basa sulla valorizzazione delle differenze: per questo continueremo a batterci contro le ideologie che vorrebbero negare le identità, come la teoria del gender.

  • Migliorare ulteriormente la normativa europea sulla violenza contro le donne, inserendo un passaggio esplicito che riconosca lo stupro come reato derivato dall’assenza di consenso.
  • Promuovere ulteriormente l’occupazione e l’imprenditoria femminile attraverso le misure europee a favore delle PMI.
  • Affrontare le cause alla base del divario retributivo tra uomini e donne e promuovere le discipline STEM fra le ragazze.
  • Contrastare il mercato transnazionale dell’utero in affitto, che mortifica la dignità delle donne e tratta i bambini alla stregua di una merce.
  • Combattere la violenza di genere sempre, anche quando le donne sono private della propria libertà e dignità a causa della cultura del Paese di origine.

LA SFIDA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Sfide, opportunità e responsabilità da condividere per una tecnologia a servizio dell’uomo.

L’Europa deve giocare un ruolo da protagonista nel cambio di paradigma determinato dalla diffusione dei sistemi di Intelligenza Artificiale (IA). L’obiettivo è governare e regolare l’impatto di questa tecnologia cogliendone le opportunità, limitandone i rischi e affermando la centralità dell’uomo, senza pregiudicarne lo sviluppo e le potenzialità.

  • Creare una cabina di regia europea per governare i cambiamenti politici e sociali determinati dall’avvento dell’IA, per analizzare i fattori di rischio e per tutelare i posti di lavoro, i diritti fondamentali della persona e la proprietà intellettuale.
  • Stanziare fondi europei per la creazione di un polo comune di ricerca e sviluppo delle tecnologie dell’IA.
  • Attuare campagne di alfabetizzazione digitale per formare i cittadini all’utilizzo prudente e coscienzioso dell’IA fin dai primi gradi di istruzione.
  • Sostenere le imprese che investono in ricerca, sviluppo e implementazione dei sistemi di IA.
  • Aggiornare gli strumenti di tutela della proprietà intellettuale e del diritto d’autore per adattarli ai cambiamenti che derivano dal progresso digitale.

GIUSTIZIA E LOTTA ALLA CRIMINALITÀ

Cooperazione tra Stati membri e “modello Italia” nella lotta al crimine.

L’Unione Europea deve essere preparata ad affrontare le minacce che derivano dalle reti criminali transnazionali, garantire la sicurezza dei cittadini e assicurare la certezza del diritto, attraverso un maggiore livello di coordinamento e armonizzazione. La legislazione italiana, vera e propria avanguardia nel contrasto al crimine e forte degli insegnamenti degli eroi dell’antimafia come Falcone e Borsellino, può fare scuola nella lotta alla criminalità organizzata in Europa.

  • Facilitare lo scambio di informazioni tra le procure europee, uniformando il sistema di elaborazione dei dati.
  • Garantire sul piano civile l’assolvimento degli obblighi in qualsiasi Stato membro dell’Unione.
  • Sviluppare il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri per una maggiore armonizzazione normativa nel rispetto degli ordinamenti degli Stati nazionali.
  • Promuovere la collaborazione tra Stati membri nella lotta alla criminalità organizzata, esportando il modello italiano.
  • Contrastare l’integralismo religioso e il terrorismo islamista.