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Utero in affitto: reato universale contro business disumano

Via libera dalla Commissione giustizia del Senato al disegno di legge che introduce il reato universale di maternità surrogata

Con il via libera della Commissione giustizia del Senato al disegno di legge che introduce il reato universale di maternità surrogata, fortemente voluto da Fratelli d’Italia e da Giorgia Meloni, diciamo basta al business esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e di bambini. Con questo provvedimento, che era stato già approvato alla Camera, volto ad arginare il turismo procreativo, condanniamo senza indugio alcuno tali pratiche, attraverso cui bambini e donne vengono trattati alla stregua di merci.

I figli sono un dono, non un diritto

I figli non sono un diritto, ma un dono. E lo Stato ha il dovere non di accontentare desideri o rivendicazioni, ma di tutelare i più deboli. E i più deboli, nel caso dell’utero in affitto, sono i bambini. Se poi la definizione urta la sensibilità possono chiamarlo come vogliono: che lo si definisca GPA (gravidanza per altri) o maternità surrogata non cambia la sostanza di una pratica aberrante e disumana. Una pratica che mercifica il corpo delle donne, che rende il figlio non un dono ma un prodotto, e che perdipiù crea discriminazioni per ragioni economiche.

Una pratica che è già reato in Italia, ma che è consentita in altri paesi, in Europa e nel mondo. Paesi in cui si recano le coppie che vogliono avere un figlio ma che per averlo hanno necessità di una donna sconosciuta che porti avanti la gravidanza. Ecco perché è necessario è necessario che l’utero in affitto sia considerato reato universale.

150mila euro: ecco quanto costa la gravidanza per altri

Decine di migliaia di euro, a volte oltre 150mila: ad esempio se si sfrutta la possibilità di scegliere la madre surrogata da un book fotografico. Ecco quanto costa la gravidanza per altri, richiesta da chi se lo può permettere e realizzata da donne che molto spesso vivono in condizioni di povertà e che per necessità mettono a disposizione il loro grembo per soddisfare il desiderio di genitorialità di coppie che non possono avere figli.

Che siano single o coppie eterosessuali od omosessuali poco importa: resta l’orribile mercato, lo sfruttamento del corpo della donna, la riduzione a merce della vita umana. Un orribile mercato e per di più discriminatorio, in quanto favorisce chi ha le possibilità economiche – come detto non irrisorie – per ricorrere alla maternità surrogata.