L’amministrazione del carcere di Rebibbia interrompa immediatamente la collaborazione con Adriano Panzironi, personaggio che con il suo metodo ‘Life 120’ lucra sulla disperazione della gente millantando guarigioni attraverso un sistema che non ha alcun riscontro scientifico.
Un fatto documentato da un articolo pubblicato dal quotidiano Il Tirreno.
Dunque, a parole il governo prende le distanze nonostante Panzironi sia già sanzionato da Antitrust e Agcom, poi nei fatti ci stringe accordi per la commercializzazione di uova che vengono allevate nel penitenziario con il lavoro delle detenute.
Il Ministero della Giustizia intervenga e chiarisca se altri penitenziari sono stati coinvolti in progetti del genere: è grave che lo Stato collabori con un uomo che tra pochi giorni sarà in tribunale a processo per esercizio abusivo della professione medica. A tal proposito ho presentato una nuova interrogazione alla Camera dei Deputati.
Il governo mostra l’ennesima ambiguità nei confronti di un personaggio che illude le persone di poter vivere 120 anni e di guarire da malattie serissime come i tumori o il diabete, dando consigli anche attraverso un call center, come dimostrato ieri sera per l’ennesima volta nella trasmissione ‘Non è L’Arena’ su La 7.
Continuano ad esserci ambiguità gravissime che non possiamo rassegnarci ad accettare: ancora oggi il governo non ha fatto chiarezza rispetto al sostegno ottenuto dal Ministero dei beni culturali per la realizzazione del film che Panzironi ha portato al cinema, ‘L’uomo che volle vivere 120 anni’.
Vogliamo sapere se ci siano altre forme di collaborazione fra lo Stato e Panzironi: continueremo a stare col fiato sul collo a lui e a tutti coloro che gli danno credito non possiamo accettare che si possa speculare ancora in questo modo sulle malattie delle persone.