La polizia di stato interviene notte tempo sulle finestre di un partito di opposizione dove è stato appeso uno striscione critico verso il capo del Governo che proprio l’indomani passando da lì potrebbe vederlo. Con zelante attenzione tagliano dallo striscione il nome del leader di Governo.
E’ la descrizione di un film su qualche dittatura sperduta nel terzo mondo? Un resoconto storico di un regime comunista negli anni della guerra fredda? No siamo a Prato nell’epoca del Governo Renzi.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi prenda le distanze dalla decisione del Questore di Prato di censurare lo striscione che Forza Italia aveva appeso. A prescindere dagli orientamenti politici, questo non è accettabile.
Solo nelle dittature la polizia viene impiegata per censurare gli striscioni critici con il capo del governo ed è inaccettabile che il Questore giustifichi questa azione con l’obiettivo di ‘riappacificare gli animi’. Si tratta di un’azione degna delle purghe effettuate nei Gulag staliniani: un servizio di sicurezza ha il compito di occuparsi attentamente della sicurezza delle istituzioni, ma non c’è un solo motivo valido per oscurare una libera critica, perché su quello striscione non c’era nessuna offesa. Le forze dell’ordine hanno il dovere di tutelare e non limitare il diritto di critica.