Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Pnrr, dal Pd toscano scaricabarile da bambini dell’asilo

Giovanni Donzelli Pnrr

Non si tratta di definanziamenti, ma di sostituzione della fonte di finanziamento

Il Pd toscano sta continuando a narrare di montagne di denaro che il “cattivo” governo Meloni starebbe togliendo alla Toscana ottimamente governata dai “buoni e bravi piddini”. Ormai sono favolette a cui non credono nemmeno loro. La realtà è che stiamo salvando i finanziamenti dalla loro frettolosa superficialità.

Il governo ha chiarito in tutte le sedi che non si tratta di definanziamenti, ma di sostituzione della fonte di finanziamento. Una parte dei progetti di cui parliamo era già stata finanziata prima del 2020 e soltanto dopo inserita nel Pnrr.  Quindi già la sinistra, quando era al governo, aveva fatto una sostituzione della fonte di finanziamento, in quel caso da leggi nazionali al Pnrr.

Quella loro operazione di sostituzione della fonte, fatta frettolosamente per sbandierare cifre enormi sul Pnrr, aveva costretto i singoli comuni a oneri pesanti: in termini di ammissibilità della spesa, di rendicontazione e degli oneri amministrativi connessi. Molti sindaci, come ben ricordiamo, hanno dovuto rifare i bandi, accumulando ritardi. Come insegna la ben nota vicenda dello stadio di Firenze, interventi così costruiti potrebbero essere ancora una volta dichiarati inammissibili in sede di rendicontazione.

Il Pd non aveva evidentemente capito (o, con cinismo, finto di non capire) che le regole del Pnrr sono molto più stringenti rispetto a quelle previste per i finanziamenti nazionali.

Con una mossa irresponsabile, mascherata adesso da piagnisteo contro il governo Meloni, avevano lasciato i rischi dei costi a carico dei soggetti attuatori. Fortunatamente la nostra serietà di governo consentirà, attraverso la sostituzione della fonte finanziaria, una più agevole rendicontazione e quindi una possibilità vera di realizzazione.

Sono stati ancora più spregiudicati quando hanno dato i numeri sui definanziamenti alla sanità. Dopo i disastri delle gestioni Rossi e Giani che hanno creato i buchi nei bilanci delle Asl, il governo Meloni ha invece deciso di utilizzare i fondi non impegnati già previsti a legislazione vigente per l’edilizia sanitaria, in seguito alla segnalazione di un incremento dei costi del 30% da parte delle regioni.

Per la Toscana si tratta di circa 356 milioni di euro non programmati che, quindi, concorrono all’obiettivo del Pnrr. Fra le misure previste: la dotazione di attrezzature necessarie per garantire i servizi agli ospedali e alle case di comunità e la riduzione delle liste di attesa. Non solo, quindi, il governo non toglie un euro alla sanità, ma accelera la spesa di risorse bloccate da anni di politiche sanitarie sbagliate.

Invitiamo il Pd, dove ha temporaneamente ancora qualche ruolo di responsabilità di governo del territorio, ad assumersi le proprie responsabilità con una postura da uomini delle istituzioni e di non protrarre un comportamento da bambini all’asilo che giocano allo scaricabarile.