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Olimpiadi fuori controllo, uomini trans picchiano donne

Le Olimpiadi della follia: dopo la blasfema riproduzione dell’Ultima Cena, adesso vorrebbero far passare per “progresso” un algerino trans che picchia una donna

Prima la blasfema riproduzione dell’Ultima Cena durante l’evento di apertura, adesso invece un uomo trans che picchierà una donna, la nostra Angela Carini. Un altro delirio dell’ideologia gender: vorrebbero far passare per normale ciò che non lo è, ma questo è solo follia. Questa imposizione ideologica non impedirà a tutti noi di indignarci. Cosa ne pensano le femministe e le imbarazzate donne di sinistra che, come al solito, sono rimaste in silenzio?

Uomo trans che picchia una donna, ma per la sinistra è normale

I due atleti uomini trans che sono stati ammessi nelle competizioni femminili sono l’algerino Imane Khelif ed il taiwanese Lin Yu-ting, che avevano chiesto di poter partecipare nelle categorie 66 kg e 55 kg dedicate alle atlete donne. Con l’approvazione delle richieste dei due trans queste sono diventate le Olimpiadi più folli di sempre. Hanno impedito alle atlete donne di poter gareggiare in parità di condizioni.

Non vi è alcun motivo discriminazione sessuale, ma è semplicemente una questione fisica: un uomo, anche se trans, ha sempre la corporatura e la forza fisica di un uomo, che è maggiore rispetto a quella di una donna.

Abodi: “Non garantita equa competizione”

“Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico.

Domani, per Angela Carini non sarà così. Quello delle atlete e degli atleti transgender è un tema che va ricondotto alla categoria del rispetto in tutte le sue forme, ma dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall’agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza.

È del tutto evidente che la dimensione dell’identità di genere in ambito agonistico pone il problema delle pari opportunità o delle stesse opportunità; non a caso, tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un’interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili”, ha dichiarato il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi.