La Toscana da troppi anni non programma il suo futuro: a dirlo in un articolo dal titolo “Toscana 2020, il ventennio perduto” pubblicato oggi da ‘L’economia del Corriere Fiorentino’ (leggi qui di seguito), non è un sovranista o un complottista, ma uno che a Firenze ha persino governato i conti: Alessandro Petretto, professore di economia ma anche ex assessore al bilancio della giunta Renzi.
Petretto, pur rappresentando bene l’establishment locale, parla di un piano che gli fu commissionato e mai attuato, al quale è seguito un ‘ventennio perduto’.
Un’opinione che dimostra una volta di più ciò che serve per portare la Toscana fuori dal ‘900 in termini di produzione, logiche di confronto col mondo del lavoro, infrastrutture, economia: una svolta che segni un ricambio alla guida della Regione, necessario e salutare per la democrazia, e che sleghi la macchina pubblica dalle logiche di bottega che in questi anni hanno fatto arretrare la crescita e la qualità della vita dei cittadini.
Fratelli d’Italia porterà un approccio pragmatico al governo della Toscana, presenteremo presto le nostre proposte: abbiamo le idee chiare e non è necessario attendere che gli alleati propongano al tavolo nazionale il nome del candidato governatore per spiegare come renderemo la Toscana la locomotiva d’Italia.
La situazione di declino in cui versa la Toscana ci spinge a lavorare su un programma ispirato al produttivismo, che consenta alla regione di tornare a competere sul piano nazionale e internazionale.
Sicuramente sul piano delle infrastrutture, ma non solo: un’impronta chiara e la programmazione sono necessarie per il rilancio e l’efficientamento della sanità, del sistema creditizio, dell’edilizia, dei trasporti, del sociale, del governo del territorio e della gestione dei rifiuti, solo per citare qualche esempio lampante.
Tutti temi affrontati dalla sinistra in modo raffazzonato senza un vero piglio di governo: Fratelli d’Italia, per contro, farà di tutto per far tornare grande la Toscana.