Dato che la Regione Toscana costa così poco, Enrico Rossi ha pensato bene di nominare quasi tutti i direttori generali con una chiamata diretta, cioè assumendoli fra figure esterne alla macchina regionale. Così il taglio è in realtà un bluff, perché i dirigenti messi da parte continuano a percepire uno stipendio alto e le casse pubbliche si caricano di spese ulteriori.
L’operazione di ‘dimagrimento’ di Rossi è una vera e propria finta: solo nell’anno 2014 la Regione ha speso, soltanto per i dirigenti, oltre 15 milioni di euro. C’era bisogno di assumere nuovo personale? Fra i 126 dirigenti e gli oltre 2.600 dipendenti in forza alla Regione non c’era personale in grado di ricoprire questi incarichi?
Inoltre, come sottolineano gli stessi sindacati, il premio di risultato per oltre cento dirigenti non è affatto sparito perché è stato inglobato nella retribuzione, salita ancora fino a 170mila lordi annui. Senza contare che solo nel suo personale ufficio di gabinetto Rossi ha a disposizione ben 13 dipendenti.
Il Partito democratico ha bolscevizzato la Regione, premiando dirigenti e piazzandoli nei posti di responsabilità per eseguire i diktat dall’alto, un’occupazione della macchina burocratica degna di un vero e proprio regime. Ciononostante il Pd non è pago e aggiunge nuove poltrone e nuovi stipendi per la macchina regionale.
Più che il metodo delle assunzioni a chiamata, che sarebbero legittime nel rapporto fiduciario che dovrebbe esserci per i collaboratori dei politici, in Regione si è creata una vera e propria agenzia di assunzione per gli amichetti del Pd e del governatore Rossi, in barba a qualsiasi criterio di merito.
Sul tema presenterò un’interrogazione per conoscere nel dettaglio i costi della nuova macchina regionale.