Una inchiesta dietro l’altra: valanga su Enrico Rossi e la Toscana, calpestato l’interesse dei cittadini. Tutte le battaglie di Fratelli d’Italia per la trasparenza
Nelle ultime settimane la Toscana è finita sotto inchiesta. Non parliamo delle bellezze straordinarie del nostro territorio ma del modo in cui Enrico Rossi e la sinistra hanno infangato la Regione.
Dall’acquisto delle mascherine, ai ventilatori, fino all’indagine sull’affidamento del trasporto pubblico locale ai francesi. E fra le persone sotto inchiesta c’è lo stesso governatore Enrico Rossi.
Al di là delle decisioni della Magistratura, nella quale abbiamo piena fiducia, in Toscana c’è una vera emergenza legalità. Un sistema di potere incancrenito che da anni dimostra di non essere trasparente.
Lo abbiamo denunciato a Firenze in una conferenza stampa che abbiamo organizzato insieme ai parlamentari Achille Totaro e Riccardo Zucconi, al consigliere regionale Paolo Marcheschi e al coordinatore regionale Francesco Torselli.
Fratelli d’Italia ha sempre denunciato ciò che accade dagli scandali nella sanità, passando per i soldi alla famiglia Renzi e quelli indebitamente elargiti ad Uncem, solo per citare alcuni degli esempi più eclatanti.
Per anni il Pd e la sinistra hanno usato il potere per interessi diversi da quelli dei cittadini. E le inchieste bloccano i servizi per i cittadini. La soluzione a questo blackout ce l’hanno i cittadini toscani tra qualche mese quando si voterà.
Gli intrecci fra Pd, Regione Toscana e francesi
Sotto inchiesta sul trasporto pubblico, insieme al governatore della Toscana Rossi, è finita tutta la commissione di gara: Mario Sebastiani, Stefano Pozzoli, Patrizia Lattarulo, Gabriella Rolandelli, Riccardo Buffoni, Ivana Malvaso.
Nomi che avevamo denunciato in un’interrogazione parlamentare e in un video di febbraio nel quale abbiamo ricostruito tutti gli intrecci. Della commissione che ha assegnato la gara ai francesi hanno fatto parte personaggi che hanno lavorato per le società di Ratp.
Da Stefano Pozzoli (indagato), revisore dei conti di Alexa, società di Ratp, ma anche uomio di fiducia di Enrico Rossi che per la Regione lo aveva nominato Commissario straordinario del Carnevale di Viareggio. Un incarico complessivamente da 100mila euro (QUI TUTTI I DOCUMENTI DELLA SUA NOMINA).
O i consulenti Marco Gorelli, anch’esso destinatario di incarichi sul trasporto pubblico dalla Regione (almeno 80 mila euro elargiti). Oppure Sara Fattorini, che chiediamo ad Enrico Rossi se sia la figlia del suo storico portavoce Remo Fattorini: anch’egli ha lavorato per l’ufficio stampa di Gest-Ratp.
I responsabili del procedimento che si sono succeduti, inoltre, sono dirigenti che da molti anni hanno lavorato nel sistema pubblico, legati a doppio filo con la guida politica della sinistra in Regione.
Personaggi che si sono alternati con imbarazzante disinvoltura in ruoli pubblici di diretta espressione della Regione e la stessa azienda Ratp.
Ciliegina sulla torna le sponsorizzazione, come quella effettuata da Gest, società del gruppo Ratp che gestisce la tramvia di Firenze, alla festa dell’Unità di Firenze del 2015, anno di assegnazione della gara. L’inchiesta in toscana farà luce anche su questo?
Lo scandalo delle mascherine fatte dai cinesi
Una modalità che abbiamo visto replicarsi nello scandalo delle mascherine realizzate per la Regione Toscana dalle aziende cinesi. Con un’altra inchiesta della magistratura. Un caso su cui aveva espresso dubbi in un video, ben prima che esplodesse l’inchiesta, il nostro capogruppo in Consiglio regionale Paolo Marcheschi.
Basta andare su Facebook e si può vedere che il gruppo cinese coinvolto nell’inchiesta era stato visitato il 18 aprile dalla consigliera regionale del Pd Ilaria Bugetti. In quella occasione lo ringraziò per aver donato camici e mascherine alla Società della salute.
Francesco Torselli, fra le inchieste che coinvolgono il sistema della Toscana, ha citato anche quella sui vigilini. “Una indagine – ha sottolineato – che coinvolge figure di massima fiducia e di assoluta vicinanza al presidente Giani ed al sindaco Nardella, e che mostra ancora una volta come il Pd e la sinistra usino le istituzioni come fossero un affare fra amici“.