Mimmo Lucano sarebbe stato supportato da un esponente di Magistratura democratica per tentare di sfuggire dall’indagine sullo scandalo dei migranti
“Queste qua sono le mie controdeduzioni… Queste qua sono delle integrazioni fatte da un magistrato che si chiama Emilio Sirianni di Magistratura Democratica, che ovviamente è dalla nostra parte…”. Ecco come Mimmo Lucano, oggi europarlamentare di Avs e già Sindaco di Riace, e le toghe rosse volevano salvare il ‘Modello Riace’. Quello che emerge dalle intercettazioni è sconcertante: parte della magistratura di sinistra che agisce deliberatamente per cercare di aiutare a fuggire dalle indagini il Sindaco di Riace che utilizzava soldi pubblici stanziati per gli immigrati per fare prestiti ad amici e conoscenti in cambio di voti e favoritismi.
Il soccorso delle toghe rosse per Lucano
A svelarlo, un articolo del quotidiano ‘Il Tempo’ nel quale sono riportate alcune intercettazioni del 4 agosto 2017. Proprio quando viene scoperchiato il ‘Modello Riace’ e si scopre la verità sulla gestione dei migranti. In pratica, Mimmo Lucano utilizzava soldi pubblici stanziati per gli immigrati per fare prestiti ad amici e conoscenti in cambio di voti e favoritismi.
Arriva il soccorso rosso. Arrivano le toghe rosse. Negli atti con cui il Csm ha valutato negativamente l’operato di Sirianni, il giudice civile della Corte di Appello di Catanzaro, iscritto a Magistratura democratica (la corrente di sinistra), emerge chiaramente che questi si sarebbe speso per sottrarre Mimmo Lucano dalle sue responsabilità.
“Condizionato dal rapporto di amicizia e di condivisione di pensiero” con Mimmo Lucano, Sirianni ha “inteso offrire a quest’ultimo il proprio ‘apporto’ non solo di conoscenza tecnico-giuridica”, scrive l’organo di autogoverno, “ma anche in termini più ampi, di (impropria) capacità di influenzare gli organi politici e la pubblica opinione, in ragione dell’appartenenza ad uno dei gruppi della Magistratura associata”. Un fatto gravissimo.
I giudici di sinistra hanno scritto le controdeduzioni per Lucano
In altre parole, mentre il Sindaco di Riace sottraeva somme destinate ai migranti con un sistema nebuloso di spese da inserire nei rendiconti dei Cas, la toga rossa gli avrebbe “fornito un contributo teso alla ricostruzione dei rapporti tra il sindaco di Riace e la Prefettura tramite la predisposizione di controdeduzioni avverso la relazione negativa degli ispettori” anche materialmente “formulando un’istanza di accesso agli atti funzionale alle difese del Lucano”.
Ma non finisce qui. Le intercettazioni rivelano che a supporto di Mimmo Lucano si è attivato un vero e proprio sistema: “Io domani vado a Roma a parlare con i vertici nazionali della Magistratura Democratica, voglio parlare di questa situazione e poi ti faccio sapere… Diciamo che ci sono modi e modi di fare le indagini… Voglio cercare di fare in modo che Magistratura Democratica prenda una posizione, anche se non è facile…”, dice la toga rossa.
E pochi giorni dopo, in effetti, quelle dichiarazioni ci sono state. Sempre Lucano parla di: “un comunicato che stanno firmando anche tanti magistrati inviato in tutta Italia”. E l’amico giudice lo rivendica: “L’ho fatto io gioia. A parte che ho contribuito a scriverlo perché là mancava la cosa più importante… Il destinatario, dovete mandarlo al governo, al ministero degli Interni… Poi me l’ha mandato e io ieri l’ho mandato su tutte le mailing list dei magistrati… Già a quest’ora avrà raggiunto un sacco di gente… Però ancora non ho visto niente sui giornali”.
Un quadro inquietante che impone delle riflessioni. Dalle intercettazioni emerge chiaramente la spregiudicatezza e il senso di impunità con il quale agivano il Sindaco di Riace e il magistrato rosso Sirianni. Così come emerge l’attivazione di un vero e proprio sistema a sostegno di Mimmo Lucano, nei guai con la Giustizia. Dal contributo di ‘consulente attivo’ del magistrato rosso fino al comunicato della corrente di sinistra di Magistratura democratica.