A 22 anni di distanza dalla strage in Iraq ricordiamo le vittime della strage in Iraq e tutti gli italiani che hanno perso la vita per difendere i nostri valori e garantire la nostra sicurezza. In Italia come all’estero
Sono passati ventidue anni da quel maledetto 12 novembre, quando a Nassiriya, in Iraq, un camion cisterna imbottito di esplosivo scoppiò davanti alla Base Maestrale, sede dell’Unità specializzata dei Carabinieri impegnata nella missione di peacekeeping “Antica Babilonia”. Morirono 28 persone, di cui 19 italiani: 12 Carabinieri, 5 uomini dell’Esercito e due civili.
Fu il più grave eccidio di soldati italiani in missioni all’estero. Uomini con il Tricolore sulla loro uniforme che hanno persp la vita per mantenere la pace in un Paese martoriato. A loro, così come a tutte le altre vittime di atti di terrorismo o atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero, è dedicato ogni 12 novembre, a seguito dell’istituzione della Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace istituita nel 2009.
Una strage, la peggiore nella storia delle missioni internazionali, che, nonostante l’avanzare del tempo, deve restare nella memoria. Oggi, come sempre faremo, commemoriamo e onorariamo il loro sacrificio e ringraziamo tutti coloro che ogni giorno, in patria come all’estero, non esitano a mettere a repentaglio la loro incolumità per difendere i nostri valori e garantire la sicurezza.
Meloni: “Non dimenticheremo mai il loro sacrificio”
“Oggi, 12 novembre, ricorre la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace. Ventidue anni fa, a Nassiriya, un camion pieno di esplosivo forzò il posto di blocco all’ingresso della base Maestrale, sede della MSU italiana dei Carabinieri, provocando la morte di 28 persone, tra cui 19 nostri connazionali tra civili, militari e carabinieri”, ha scritto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in occasione della ricorrenza della strage di Nassiriya.
“In occasione di questa giornata, voglio ringraziare ancora una volta tutti coloro che operano nelle missioni internazionali di pace, mettendo a rischio la propria incolumità a difesa dei nostri valori e della sicurezza di tutti noi. Proprio come quei servitori dello Stato che a Nassiriya hanno dato la vita per l’Italia e per compiere fino alla fine il loro dovere. Figli della nostra Patria che sono partiti con coraggio, portando con sé valori di pace, onore e servizio. A tutti loro e alle loro famiglie va, ancora oggi e per sempre, il nostro pensiero commosso e grato. Non dimenticheremo mai il loro sacrificio”.
Difesa: “Il ricordo resta vivo”
“Un giorno che ha segnato per sempre la storia del nostro Paese. Un dolore improvviso, profondo, che ha attraversato terre lontane per arrivare dritto al cuore dell’Italia. Diciannove italiani caddero a causa di un vile attentato, diciannove vite spezzate. Da allora, Nassiriya è divenuta un simbolo: di sacrificio, di servizio, di riflessione.
Oggi, ventidue anni dopo, nella giornata dedicata ai Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, la famiglia della Difesa si ferma a ricordare. Ricorda chi non è tornato. Ricorda chi ha lottato per salvare i propri commilitoni e si stringe intorno a chi porta ancora sul corpo e nel cuore i segni della fedeltà al Giuramento prestato. Perché la Difesa non dimentica. E il ricordo resta vivo”, Questo il messaggio del Ministero della Difesa in occasione del 22° anniversario della strage di Nassiriya
Nassiriya, la peggiore strage nella storia delle missioni di pace
Nel maggio 2003, con l’entrata delle truppe internazionali a Baghdad ebbe fine l’operazione “IraqiFreedom”, meglio nota come Seconda Guerra del Golfo. La Risoluzione 1483 del 22 maggio 2003, approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, invitò “gli Stati membri e le organizzazioni competenti ad assistere il popolo iracheno nei suoi sforzi per riformare le proprie istituzioni e ricostruire il paese, e a contribuire a garantire la stabilità e la sicurezza in Iraq”.
Anche l’Italia fece la sua parte con la missione “Antica Babilonia”, operazione di mantenimento della pace iniziata nel luglio 2003 a Nassiriya, nel sud dell’Iraq. I primi tempi furono abbastanza tranquilli, tanto che le cronache riportano di un buon rapporto tra la popolazione locale e gli uomini in divisa italiani. Fino ad inizio autunno quando si registrarono le prime tensioni, ma ancora nessun atto di terrorismo.
Poi il maledetto 12 novembre, quando kamikaze iracheni a bordo di un camion carico di esplosivo tentarono di entrare nella Base Maestrale. Il loro obiettivo era schiantarsi contro la palazzina che ospitava la base logistica italiana. Obiettivo fallito, perché il carabiniere di guardia, Andrea Filippa, riuscì a neutralizzare due attentatori arrestando la corsa del camion al cancello di ingresso, dove esplose. Senza quell’intervento il bilancio sarebbe stato ancor peggiore, ma fu comunque terribile. Furono 28 morti, di cui 19 italiani – due civili, 12 carabinieri, 5 soldati -, oltre a una ventina di feriti. In ricordo di quel 12 novembre il governo di centrodestra nel 2009 istituì la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace.



