“La presunzione di innocenza vale anche per le Forze di Polizia”. La mia intervista al Corriere della Sera

La sinistra va in piazza urlando “poliziotti assassini”. Noi vogliamo, invece, testimoniare la nostra vicinanza alle donne e agli uomini in divisa

di Paola Di Caro

«Abbiamo lanciato una grande iniziativa di raccolta firme sia nei gazebo in tutta Italia nel weekend, sia online, iostoconLeforzedellordine.it. Vogliamo far sentire a chi indossa una divisa la nostra vicinanza».

Lo state già facendo con il Ddl Sicurezza. Si aggiungerà anche lo scudo penale?

«La definizione “scudo penale” non rende bene l’idea, poi davvero fa ridere che senza che ci sia ancora un testo già si gridi all’allarme per la democrazia!».

Ipotizzare una protezione dalle indagini per chi ha il monopolio della forza non è molto tranquillizzante.

«Ma nessuno pensa ad automatismi del genere. Se vale la presunzione di innocenza per tutti, non può valere la presunzione di colpevolezza per chi per mestiere difende la sicurezza, questo diciamo. La sinistra va in piazza urlando “poliziotti assassini”, noi vogliamo intanto testimoniare loro la nostra vicinanza, poi cercheremo una formula seria e sobria per evitare che quando è chiara e inequivocabile la dinamica di un fatto ci sia l’obbligo d’ufficio di procedere, con lo stigma che porta l’essere indagati».

Sulla sicurezza c’è una gara tra Lega e FdI?

«Proprio no, siamo compatti. E per le Forze dell’Ordine stiamo facendo tanto sia sul piano dei contratti, rinnovati con aumenti mai visti finora, sia per tutela legale e più pene per chi le attacca. Ma non è per mostrare un volto “di destra”, è per difendere i cittadini. Perché chi ci rimette sono sempre i più deboli: chi vive nelle periferie dove si spaccia, la ragazzina che non può uscire la sera».

L’unica risposta sull’ordine pubblico è reprimere?

«Si deve anche agire sulle cause e lo facciamo: gli interventi come a Caivano e Scampia saranno sempre di più, così come la politica di contrasto all’immigrazione clandestina, che come certifica Frontex grazie agli accordi con i Paesi di origine ha fatto molto diminuire gli ingressi illegali e morti in mare, altro che uccidere i clandestini».

Resta che con la Lega la tensione c’è, dal terzo mandato a Zaia alla richiesta di Salvini di andare al Viminale.

«Salvini sta facendo benissimo il Ministro delle Infrastrutture, come Piantedosi il Ministro dell’Interno: squadra che vince non si cambia».

In verità Salvini è nella bufera per il caso treni…

«Che dipendono da anni e anni in cui non si è investito nelle Infrastrutture, cosa che invece noi stiamo facendo con finanziamenti straordinari. Chiaro che ci può essere qualche disagio prima di arrivare all’obiettivo finale. Peraltro, bisogna capire se c’è un problema di strutture obsolete o anche, vedo un esposto delle Ferrovie, di atti dolosi».

Torniamo a Zaia.

«Il centrodestra è e rimarrà compatto. Il tema del terzo mandato sarà affrontato a tempo debito, chiaro che non può essere che ogni regione si faccia la sua legge. I limiti ai mandati nelle elezioni dirette esistono in molte democrazie».

Quindi la questione è ancora aperta? E in ogni caso, il Veneto resterebbe alla Lega o lo rivendicate voi?

«Ripeto, ne parleremo, ci confronteremo. Anche su eventuali nuove candidature. Detto ciò, noi non abbiamo mai posto l’interesse del partito avanti a quello della coalizione. Ed è un fatto che mai ci sia stato un nostro candidato negli ultimi anni in una regione del Centro Nord e del Nord. Non sarebbe così assurdo se si individuasse una persona espressione di FdI».

Intanto sembra si parli solo di questioni “a costo zero” ma non dell’economia reale. E di questo è stata accusata anche la Premier.

«Perché le chiedono solo di Musk! E invece è proprio sulle cose concrete che andiamo bene: il calo dello spread e quindi meno interessi sul debito con grande risparmio, la promozione per il nostro avanzamento sul Port, il calo dell’inflazione e l’aumento del valore d’acquisto per le famiglie. Sono fatti non parole».