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“La sinistra esca dall’ambiguità e si schieri con lo Stato”. La mia intervista a Il Tempo

A Torino qualcuno ha fabbricato un ordigno per lanciarlo contro le Forze dell’Ordine: è un atto di terrorismo

di Christian Campigli

«È giunto il momento per la sinistra di uscire da ogni ambiguità. Basta strizzare l’occhio a violenti ed estremisti. Si schierino nettamente con lo Stato e con i ragazzi in divisa. Noi, del centrodestra, abbiamo le idee chiare: siamo sempre stati e staremo sempre con le Istituzioni».

Le immagini di Meloni, Bernini e Valditara imbrattate con vernice rossa e dati alle fiamme. È eccessivo definirlo odio?

«È persino poco il termine odio. Ci sono dei ragazzini, un po’ dei centri sociali, un po’ di altre estrazioni, ma pur sempre di sinistra, che stanno portando avanti un gioco pericoloso. Stanno giocando agli anni ’70. Le immagini di queste manifestazioni lasciano sgomenti. Auspichiamo parole nette, perentorie dai genitori politici di chi ha manifestato».

Agenti feriti a Torino ieri, a Bologna sabato scorso, eppure a leggere certi quotidiani la colpa è sempre delle Forze dell’Ordine. È davvero così?

«Gli episodi di Torino sono davvero molto gravi. Qui si parla di una bomba. C’è qualcuno che ha fabbricato un ordigno e lo ha tirato contro le Forze dell’Ordine. Questo è chiaramente un atto di terrorismo, perché si attaccano le Forze di Polizia che rappresentano lo Stato».

La sinistra parlamentare le appare ferma nella condanna di certe manifestazione o troppo blanda nei confronti dei movimenti più estremisti?

«Le volte nelle quali si trovano costretti a condannare, lo fanno sempre con un ma finale. Non si fermano mai alla condanna. I ragazzi hanno sbagliato ma va tutelata la libertà di espressione, ma il Viminale, ma la Meloni. Ecco, io credo sia arrivato il tempo di dire basta a questi ma, a queste giustificazioni. A Torino è stata ammainata la bandiera italiana ed è stata sostituita dalla bandiera palestinese. È un atto emblematico».

Qual è il ruolo dei centri sociali in queste manifestazione?

«Alcuni centri sociali, a Bologna come a Torino, stanno approfittando della crisi mediorientale per cercare visibilità. Guardi, gli studenti di oggi li guardano come dei marziani, sono quattro gatti ormai. Purtroppo inquinano le manifestazioni del legittimo dissenso. La nostra classe dirigente è cresciuta nel movimentismo. Io lo voglio dire con forza: viva lo spontaneismo. Ma nessuno di noi, di Destra, è mai sceso in piazza mascherato, o col volto coperto o con l’intento di picchiarsi con le Forze dell’Ordine. Chi ha idee, manifesta a volto scoperto e senza usare violenza».

Il Tempo ha raccontato di un gruppo pro Palestina che stila sui social liste di proscrizione di simpatizzanti o combattenti israeliani che vivono in Italia. Sta tornando l’antisemitismo in salsa rossa?

«Sicuramente c’è il pericolo di un ritorno di antisemitismo. Un conto è criticare il governo israeliano, un conto è negare il diritto allo Stato di Israele di difendere o persino di esistere. La sinistra deve prendere atto che esiste questo problema e risolverlo. La Destra lo ha fatto da decenni».