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La mafia mette Delmastro nel mirino. “Deve cadere”: l’intercettazione shock svelata da Libero

delmastro polizia penitenziaria

“Delmastro è un infame, è il prossimo che deve cadere”: è la conversazione tra due boss mafiosi detenuti in regime di 41bis. Delmastro: “Contro la mafia non mollo”

Carcere di massima sicurezza di Terni. A settembre viene intercettato un colloquio tra boss mafiosi detenuti in regime di 41 bis: Giovanni Cesarano, camorrista, rivolgendosi a Giuseppe Graviano, luogotenente di Totò Riina, dice: “Delmastro è un infame, è il prossimo che deve cadere; vediamo…”. Andrea Delmastro Delle Vedove, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia con delega al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, non si farà certo intimidire e non indietreggerà di un millimetro nella lotta alla mafia. Siamo orgogliosi di non aver lasciato fiato alla criminalità organizzata, di non aver dato tregua ai mafiosi e di continuare a portare avanti una lotta alla mafia determinata e senza tentennamenti.

Le minacce dei boss mafiosi contro Delmastro

Accade a settembre scorso, nel carcere di massima sicurezza di Terni. Ed è il quotidiano ‘Libero’ a svelare il contenuto dell’intercettazione tra i boss mafiosi detenuti in regime di 41bis. Si tratta di Giovanni Cesarano e Giuseppe Graviano.

Cesarano appartiene a una delle più violente associazione camorristiche, responsabile – tra le altre cose – della strage di Sant’Alessandro, dove vennero uccise otto persone, e per aver ammazzato il giornalista Giancarlo Siani. Giuseppe Graviano fu un luogotenente di Totò Riina.

Delmastro nel mirino della mafia

Andrea Delmastro Delle Vedove, non appena ha ricevuto l’incarico di Sottosegretario di Stato, ha iniziato a lavorare duramente e senza sosta contro la mafia. È stato rafforzato il personale dedicato ai detenuti in 41bis, sono stati aumentati e resi più frequenti i trasferimenti dei singoli detenuti in regime di 41bis da un carcere all’altro per rendere più difficili i contatti e stroncare ogni possibile contatto con l’esterno, si è esercitata una stretta all’interno delle carceri e si vigila sul fatto che le celle restino chiuse.

“È evidente che i detenuti al 41bis non gradiscono di non poter più fare cose che in passato erano loro in qualche modo consentite. Posso solo dire che quanto sarebbe emerso non mi intimorisce, ma mi fortifica nella sensazione di essere nel giusto. Sono contento di non dare tregua alla mafia. Chi mi attacca a sproposito dovrebbe rendersi conto della pericolosità delle persone con cui ho a che fare”. Ha dichiarato il Sottosegretario Delmastro.