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Inaudito: i 5stelle provano a depistare la Commissione Antimafia

I 5Stelle chiariscano subito se è vero che in Commissione Antimafia hanno provato a depistare l’inchiesta sulla strage di via d’Amelio: tramare contro le Istituzioni e contro la richiesta di verità della famiglia di Paolo Borsellino è un atto indegno

Quanto emerge oggi da un’inchiesta del quotidiano La Verità è agghiacciante. I 5Stelle devono chiarire immediatamente se è vero che in Commissione Antimafia hanno provato a depistare l’inchiesta sulla strage di via d’Amelio. Tramare contro le Istituzioni e contro la richiesta di verità di Lucia Borsellino, figlia di Paolo Borsellino, è un atto indegno.

I 5stelle provano a depistare la Commissione Antimafia

La Commissione d’inchiesta Antimafia è un’Istituzione importantissima che si occupa di temi complessi e delicati. Da quando Chiara Colosimo è stata eletta Presidente della Commissione Antimafia è riuscita a raggiungere risultati importantissimi, mai visti prima. In particolare, tra le altre cose, la Commissione si sta occupando di riaprire quei fascicoli e quei cassetti che per decenni sono stati chiusi per non scoprire la verità sulle stragi del 1992.

La notizia che un componente della Commissione Antimafia, il senatore Roberto Scarpinato, come risulterebbe da alcune intercettazioni di cui si occupa oggi il quotidiano La Verità, si sarebbe accordato con un audito dalla stessa, il dottor Gioacchino Natoli, ex presidente della Corte d’Appello di Palermo e attualmente sotto indagine dalla Procura di Caltanissetta, in ordine alle domande proposte e alle risposte da rendere, costituirebbe fatto di gravità inaudita che non può essere né sottaciuto né derubricato.

Se i fatti sono come rappresentati da La Verità, Scarpinato – evidentemente – non può più far parte della Commissione Antimafia: accordarsi con un audito per precostituire un racconto e, quindi, indurre la Commissione ad apprendere non la verità dei fatti ma quella che interessa a un suo componente, al netto dell’eventuale rilevanza penale, attesta una precisa volontà politica di depistare la Commissione Antimafia da parte di un suo membro.

L’inchiesta de La Verità

Come riporta in una sua inchiesta il quotidiano La Verità: “I dialoghi tra Natoli e Scarpinato svelerebbero il tentativo di orientare l’indagine di Palazzo San Macuto sulla strage in cui sono stati uccisi Paolo Borsellino e la sua scorta nella direzione, da sempre indicata da Scarpinato, della cosiddetta eversione di destra e nel contempo di convincere la commissione e l’opinione pubblica che la Procura di Palermo, anche nel 1992, abbia assolto ai propri doveri nel migliore dei modi, procedendo pure nei confronti di Cosa nostra palermitana e in particolare dei fedelissimi di Totò Riina, Antonino e Salvatore Buscemi, e del sodale Francesco Bonura, tutti personaggi coinvolti nella famosa indagine dei Carabinieri mafia e appalti”.

Tra l’altro, quando furono auditi in Commissione Antimafia Lucia Borsellino, figlia di Paolo Borsellino, e suo marito, Scarpinato si rivolse loro insistentemente con domande poste con toni e modalità incompatibili al suo ruolo. Tanto che Scarpinato fu richiamato dal Presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo: “Non siamo in un’aula di tribunale, questo non è un controesame di un teste, lo dico a me stessa perché lo capiscano tutti, anche chi ci ascolta fuori. Quelle che vanno fatte qui sono domande che servono per ricostruire la storia, non per legittimare o meno alcune posizioni”.