Il business dietro alla difesa dei clandestini vale oltre 400 milioni

Tanto a pagare è lo Stato. E così vengono presentanti anche ricorsi per casi in cui la speranza di vittoria è inesistente

A pagare è lo Stato. Per questo la difesa attraverso il gratuito patrocino per i clandestini sta diventando un vero e proprio business nel quale onlus, sindacati, e avvocati specializzati si sono buttati a capofitto. E dopo la sentenza della Cassazione che ha condannato lo Stato a risarcire i clandestini che hanno tentato di entrare illegalmente nel nostro Paese violando le leggi italiane, i ricorsi potrebbero aumentare a dismisura. Nel solo 2023 sono stati spesi ben 400 milioni di euro di tasse degli italiani per coprire le spese dei patrocini gratuiti ai migranti.

Solo nel 2023 spesi oltre 400 milioni di euro per gratuiti patrocini

La cifra è incredibile. Nel biennio 2021-2022 lo Stato italiano ha speso ben 285 milioni di euro in patrocini gratuiti per la sola giustizia civile. Di questi il 25%, ovvero 71 milioni di euro, sono stati utilizzati per cittadini stranieri prevalentemente per ricorsi contro le decisioni in materia di immigrazione.

Nel 2023, invece, la spesa annuale per i patrocini gratuiti in materia penale per i migranti finiti sotto processo arriva a 400 milioni di euro. Ma vi è di più. Considerato che i pagamenti avvengono anche in base ai gradi di giudizio, spesso vengono fatti ricorsi anche per quei casi in cui la speranza di avere successo è inesistente. Tanto lo Stato deve comunque pagare e in più le sezioni specializzate dei tribunali vengono intasate da una miriade di ricorsi, impiegando conseguentemente più tempo a decidere. Tempo nel quale il clandestino resta in Italia.

Dopo la sentenza della Cassazione casi aumenteranno

La Cassazione con la sentenza con la quale ha obbligato lo Stato a risarcire i clandestini che tentavano di entrare illegalmente in Italia ha creato un pericoloso precedente. Grazie a questa sentenza, probabilmente i casi di ricorsi da parte dei migranti aumenteranno sempre di più, ed a farne le spese saranno gli italiani onesti che con le loro tasse dovranno pagare i ricorsi.