La sinistra non accetta di aver perso le elezioni e fa sponda con alcuni magistrati politicizzati che interferiscono con poteri che non gli competono. Forza Giorgia, siamo con te!
Faremo la riforma della giustizia: andremo avanti, lo abbiamo promesso agli italiani e nessuno può pensare di ricattarci. Non c’è più tempo da perdere. Questa riforma serve all’Italia per rendere la giustizia più giusta ed efficace. Solidarietà a Giorgia Meloni, al sottosegretario Mantovano ed ai Ministri Nordio e Piantedosi, ai quali è stato consegnato un avviso di garanzia relativo al caso Almasri.
La sinistra non accetta di aver perso
La sinistra non accetta di aver perso le elezioni e fa sponda con alcuni magistrati politicizzati che interferiscono con poteri che non gli competono e dimostrano di non rispettare la Costituzione che sventolano pubblicamente. Da italiano ringrazio il governo: dopo la scarcerazione di un personaggio simile non ha esitato un minuto e lo ha rimandato subito in Libia, evitando che girasse liberamente sul territorio nazionale e garantendo la sicurezza dei cittadini
Favoreggiamento e peculato: ecco per cosa è indagata Giorgia Meloni
“Dunque, la notizia di oggi è questa. Il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri.
Avviso di garanzia che è stato inviato anche ai Ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al Sottosegretario Alfredo mantovano, presumo a seguito di una denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Ligotti, ex politico di sinistra, molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti dal calibro di Buscetta, Brusca ed altri mafiosi”, così Giorgia Meloni ha reso noto di aver ricevuto l’avviso di garanzia.
Il caso Almasri
“Ora i fatti, ne abbiamo parlato in questi giorni, sono abbastanza noti. La Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del Capo della polizia giudiziaria di Tripoli. Curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri tre Stati europei.
La richiesta di arresto della procura della corte penale internazionale non è stata trasmessa al Ministero italiano della giustizia, come invece è previsto dalla legge, e per questo la corte d’appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto questo soggetto, piuttosto che lasciarlo libero, decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza con un volo apposito, come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per la quale la procura di Roma oggi indaga me il sottosegretario mantovano e due ministri”, prosegue Giorgia Meloni.
Meloni: “Non sono ricattabile”
“Vale oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. È possibile che per questo sia, diciamo così, invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore, ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani, soprattutto quando è in gioco la sicurezza della Nazione. A testa alta e senza paura”, ha concluso il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.