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“Gino libero”: il soccorso rosso della Salis per il complice dell’aggressione in Ungheria

C’era anche lui a Budapest con Ilaria Salis quando sono stati aggrediti due manifestanti con colpi potenzialmente mortali

Con Ilaria Salis al peggio non c’è mai fine. Subito dopo la notizia dell’arresto di Rexhino Abazaj, un antagonista accusato insieme a lei per l’aggressione potenzialmente mortale contro dei manifestanti a Budapest, parte il solito disco rotto del soccorso rosso. Vorrebbe che restasse impunito e che non rispondesse dei gravi reati di cui è accusato in Ungheria.

L’antagonista rosso complice della Salis

Per andare a Budapest hanno preso l’aereo insieme, così come avrebbero dovuto fare rientro in Italia insieme. Ma il posto sul volo di ritorno di Ilaria Salis era vuoto: fu arrestata e trattenuta in Ungheria con l’accusa di gravi reati: aver aggredito almeno due manifestanti con colpi potenzialmente mortali. Ilaria Salis è stata accusata degli stessi reati di Rexhino Abazaj, ma lei ha usufruito dell’immunità parlamentare per evitare il carcere. Anzi, è proprio per sottrarsi al carcere in Ungheria che è stata candidata alle elezioni europee dal duo Bonelli-Fratoianni con Avs, così potendo poi richiedere l’immunità e la scarcerazione.

Rexhino Abazaj è stato arrestato in Francia e adesso la Salis chiede che non venga concessa l’estradizione richiesta dall’Ungheria. Secondo i magistrati di Budapest, anche lui era nella capitale magiara nel febbraio 2023 a dare la caccia insieme agli sprangatori rossi di Hammerbande a chiunque non la pensasse esattamente come loro.

Il soccorso rosso della Salis per evitare il carcere al compagno

“Gino libero, no all’estradizione!”, scrive la Salis sui suoi profili social. “Ho appreso, con grande preoccupazione, che la settimana scorsa è stato arrestato in Francia il mio amico e compagno Gino. Ancora una volta il tiranno Orban prova a calpestare i valori dell’antifascismo e dello stato di diritto”.

La Salis pubblica una foto di Abazaj, “mio amico, compagno, fratello” dove scrive che: “è arrivato in Italia quando aveva tre anni eppure, per colpa del razzismo sistemico del nostro paese, gli è stata negata la cittadinanza, con il pretesto di alcune segnalazioni di polizia per il suo generoso impegno come attivista nei movimenti”.

Ma era già segnalato anche in Italia per scontri durante le manifestazioni

In realtà, come riporta il quotidiano ‘Il Giornale’, l’amico dei centri sociali della Salis era conosciuto dalle Forze dell’Ordine a Milano, prima dei fatti di Budapest, ed era stato denunciato più volte in occasione di scontri durante le manifestazioni. Ed è proprio per questo si era visto respingere ripetutamente le richieste di ottenere il passaporto italiano.

Che Ilaria Salis chieda l’impunità per il complice che avrebbe aggredito con colpi potenzialmente mortali dei manifestanti non stupisce. D’altronde, cosa ci si potrebbe aspettare da un personaggio che viene candidato al Parlamento europeo dal duo Bonelli-Fratoianni con l’unico scopo di sottrarla, come poi in effetti è accaduto in seguito alla sua elezione, alla carcerazione in Ungheria alla quale era stata sottoposta perché imputata di gravissimi reati e che, come prima cosa, dopo aver rivendicato il diritto di occupare le case degli italiani, assume come assistente parlamentare un violento di professione che idolatra gli sprangatori rossi?

Ma un merito Ilaria Salis ce l’ha, quello di indicarci la strada da percorrere: nella direzione esattamente opposta alla sua, e senza alcuna minima esitazione.