Un cuore rosso, centinaia di “Like” e commenti di sostegno al post in cui ha ricordato l’uccisione di quattro brigatisti rossi avvenuta in via Fracchia a Genova 40 anni prima, il 28 marzo 1980. E poi un altro con la lapide di una delle vittime, e il commento: “Fiori freschi e memoria viva!”. L’iniziativa di sostegno è stata pubblicata su Facebook dall’ex Br Barbara Balzerani.
Un fatto sul quale indaga la Digos, che da tempo lavora sulla pista dell’avvicinamento fra ex e movimenti anarchici. Nei post in molti, oltre a ricordare il blitz, incitano a “alzare in alto i pugni e i fucili” e a minacciare i pentiti con un “prima o poi questi pagheranno il conto“.
Due anni fa, in un sottopasso a Genova Cornigliano, erano apparse una stella a cinque punte e la scritta Brigate Rosse accompagnate anche da una falce.
Lo scorso anno, invece, il giorno della visita a Genova del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, erano apparse scritte con insulti al sindacalista Guido Rossa e inneggianti a brigatisti ed erano state denunciate quattro persone tra cui due anarchiche ritenute responsabili anche dell’incendio appiccato il 30 luglio 2019 che aveva danneggiato un’auto dell’Eni in via Brigate Partigiane a Genova.
Barbara Balzerani si è resa più volte protagonista di episodi e dichiarazioni ignobili. Due anni fa, ospitata dal centro sociale “Cpa” di Firenze per la presentazione del suo libro, insultò i familiari delle vittime delle Br affermando che “La vittima è diventata un mestiere”.