Mettere immediatamente in sicurezza per poter riaprire a tutti i mezzi la E45 nelle due direzioni, rendendo agibili almeno le due corsie centrali e limitando la velocità; nazionalizzare la strada alternativa, la vecchia ‘Tiberina 3bis’, per ripristinarla al più presto e liberare cittadini e attività produttive dall’isolamento.
E’ quello che abbiamo chiesto oggi dopo un sopralluogo nelle zone danneggiate dal sequestro di un pilone e dalla conseguente chiusura della strada. Insieme al portavoce provinciale del partito Francesco Lucacci e al responsabile Valtiberina Antonio Rinaldi, abbiamo incontrato cittadini, aziende, fra le quali la Tratos, oltre che il sindaco di Pieve Santo Stefano (Arezzo) Albano Bragagni.
In decenni di governo regionale la sinistra ha completamente abbandonato questi territori e le loro infrastrutture: tutti sapevano che quello che è accaduto oggi con l’interruzione della viabilità si sarebbe prima o poi verificato, ma si è fatto solo finta di non vedere.
Ci impegniamo a portare il caso in Parlamento per chiedere conto di tutti questi anni di incurie e incapacità gestionale: nell’immediato è urgente che Anas lavori al rafforzamento dei piloni della E45 per utilizzarla immediatamente una volta che avverrà il dissequestro, ci auguriamo al più presto possibile.
Il territorio sta vivendo una situazione critica ed è necessaria la concessione dello stato di emergenza: molte attività stanno per chiudere e decine di persone rischiando il lavoro. Occorre lavorare urgentemente sulle infrastrutture lasciate nel degrado più totale: a causa di ciò, oggi, la merce prodotta in queste zone impiega due ore più del necessario ad essere trasportata verso Nord.
Ci mettiamo a disposizione del territorio: cittadini e imprese non possono essere trattati come soggetti di serie B.
