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7 ottobre: l’odio subito da Israele è l’odio contro l’occidente

Ad un anno di distanza la solidarietà verso Israele è la consapevolezza che l’odio da loro subito è l’odio contro la civiltà occidentale

Il 6 ottobre 2023 il Kibbutz di Kfar Aza era una ridente comunità progressista, pacifista, ricca e felice. Dai giardini delle casette immerse nel verde si vedeva Gaza, senza percepirla come un pericolo. Anzi, da quel confine entravano tutti i giorni molti lavoratori palestinesi accolti con calore. 

Il 7 ottobre 2023 Kfar Aza è diventato l’inferno. 
Prima i militanti di Hamas, poi estremisti vari e infine semplici cittadini palestinesi hanno fatto irruzione tra le famiglie che dormivano o stavano per recarsi al lavoro.
Per ore e ore hanno saccheggiato, bruciato, distrutto, ucciso, devastato tutto quello che hanno trovato.

Oltre 200 cadaveri sono stati ritrovati solo tra quelle case, anche 40 bambini sono stati uccisi a freddo e con cattiveria. Colpevoli solo di essere ebrei e israeliani. 

Ho visto con i miei occhi quelle rovine. Ho parlato con i sopravvissuti leggendo negli occhi ancora il terrore dopo mesi dalle atrocità subite. 

Ma Kfar Aza è solo un tassello delle violenze di quel giorno.

Il 7 ottobre non è una data qualsiasi, non è solo l’inizio di questa nuova guerra contro Israele. Il 7 ottobre è la porta verso il terrore. 

Ad un anno di distanza la solidarietà verso Israele è la consapevolezza che l’odio da loro subito è l’odio contro la civiltà occidentale. Se non verrà fermato quell’odio, il 7 ottobre 2023 sarà stato solo il primo passo.