500 euro e il favore è restituito: questo il mio commento dopo aver appreso dalla stampa la lista dei finanziatori del sindaco di Firenze e neo segretario Pd, Matteo Renzi, che vede anche la donazione del presidente della Mercafir Angelo Falchetti, dimissionato dalla giunta Renzi della quale era il titolare di Bilancio e innovazione.
La mancanza di stile di Falchetti è la fotografia del metodo politico “dell’amico dell’amico” che Matteo Renzi porta avanti ma non è questa donazione altamente discutibile e di pessimo gusto che ci deve far preoccupare tra i nomi dei finanziatori di Renzi.
Dovendo essere grato a banchieri ed esponenti della finanza speculativa lancerà spot senza contenuti e non farà niente di concreto per rilanciare l’economia reale e produttiva.
La mancanza di stile di Falchetti è la fotografia del metodo politico “dell’amico dell’amico” che Matteo Renzi porta avanti ma non è questa donazione altamente discutibile e di pessimo gusto che ci deve far preoccupare tra i nomi dei finanziatori di Renzi.
Dovendo essere grato a banchieri ed esponenti della finanza speculativa lancerà spot senza contenuti e non farà niente di concreto per rilanciare l’economia reale e produttiva.
Ma del resto la storia recente ci insegna come la sinistra, dai Ds al Pd, ha sempre avuto interessi da coltivare all’interno dell’alta finanza italiana. Renzi non è il primo, dall'”abbiamo una banca” di Fassino alle ultime cronache del Monte dei Paschi di Siena passano gli interessi di certi personaggi della sinistra che vorrebbero governare il Paese.
Ormai sono anni che la sinistra italiana si è dimenticata degli operai e di chi produce lavoro.