In Toscana vive la più importante comunità cinese d’Europa, che ha abitudini di vita e di lavoro particolari: una realtà che non può essere considerata alla stessa stregua di altre situazioni.
Nascondere che fra Prato e Firenze esista la più importante concentrazione di cittadini di origine cinese in Europa è sbagliato, a tutela degli stessi cinesi oltre che degli italiani, e non aiuterà a risolvere il problema.
Chiediamo che governo e Regione non sottovalutino questo aspetto ed agiscano di conseguenza: per questo ho presentato un’interrogazione al Ministro della Salute, chiediamo un intervento specifico ed efficace per fronteggiare l’emergenza.
Niente speculazioni ed allarmismi, così abbiamo sempre responsabilmente agito e continueremo a farlo. Ma con altrettanto senso di responsabilità bisogna dire le cose come stanno: alle 2.500 persone che stanno rientrando dal Capodanno cinese per lo più dalla provincia dello Zhejiang, una delle zone focolaio del ‘covid 19’, si devono aggiungere le migliaia di clandestini che non sappiamo se abbiano frequentato luoghi infetti nella loro nazione d’origine. Ho già parlato di questo anche prendendo la parola alla Camera.
Chi conosce la comunità cinese sa di abitudini fatte di promiscuità fra luoghi di lavoro e il tempo libero, compresi il consumo di pasti e il riposo. E’ evidente che in un contesto del genere è rischioso e persino grottesco affidarsi alla cosiddetta ‘auto-quarantena’, per questo chiediamo uno speciale rafforzamento dei controlli attraverso censimenti mirati e verifiche mediche che obblighino alla quarantena le persone che hanno frequentato i luoghi focolaio, a prescindere dalla razza e dalla nazionalità