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Con FdI all’Antimafia la verità sulle stragi

Dopo che per decenni quei fascicoli sono rimasti chiusi nei cassetti, la Commissione Antimafia si occupa delle stragi del 1992: per la prima volta nella storia parla la famiglia Borsellino

Ieri, a Catania, si è tenuta la prima delle iniziative che abbiamo organizzato per ribadire il nostro impegno contro la mafia e per la lotta alla criminalità organizzata. ‘Parlate di mafia’ è ormai giunto alla sua terza edizione e, nei prossimi anni, continuerà spostandosi anche in altre città. L’obiettivo è raccontare e spiegare, oltre alle stragi del ’92, cos’è la mafia oggi e come combatterla. Se si vuole combattere la mafia, si può combattere tutti i giorni con “piccole”, ma grandi azioni.

Per la prima volta nella storia la famiglia Borsellino parla in Commissione antimafia

Mi ricordo bene, all’inizio di questa legislatura, quando è iniziato a circolare il nome di Chiara Colosimo come Presidente della Commissione Antimafia. La sinistra, come suo solito, senza criterio e in maniera becera e sconclusionata, sollevò un putiferio: Pd, Movimento 5 Stelle e Avs descrivevano Chiara Colosimo come un vero e proprio pericolo. “Arriva il pericolo nero”, dicevano. “Insabbierà tutto”, sbraitavano.

Eppure, dopo solo due anni dal momento in cui – per fortuna – Chiara Colosimo è stata eletta Presidente della Commissione Antimafia, è riuscita a raggiungere risultati importantissimi, mai visti prima. Possiamo leggere le dichiarazioni, che stringiamo nel cuore e non utilizzeremo mai per fare polemica – ma che prendiamo come una medaglia al petto – della famiglia Borsellino che ha ringraziato Chiara Colosimo per avergli aperto la Commissione Antimafia per la prima volta dal 1992. Non era mai successo. Mai. Almeno fino ad ora.

Qualcuno aveva paura che la Commissione Antimafia tornasse a funzionare

Allora perché non volevano, con così tanta pervicacia, che Chiara Colosimo presiedesse la Commissione Antimafia? Sicuramente qualche parlamentare avrà seguito l’indicazione di Partito e lanciato qualche comunicato stampa così, forse con poca consapevolezza. Ma non può essere questa la risposta. Più probabilmente, c’è stato qualcuno che ha avuto paura che la Commissione Antimafia potesse tornare a funzionare, dopo anni che è stata bloccata.

Qualcuno ha avuto paura che la Commissione andasse veramente ad aprire quei fascicoli e quei cassetti che per decenni sono stati chiusi per non scoprire la verità sulle stragi del 1992. È troppo comodo parlare del ’92 inventando teoremi senza capo né coda per buttare il dibattito in politica, così da non andare a vedere davvero quello che era la vergogna dell’intreccio tra mafia ed appalti in Sicilia, intreccio che ha coinvolto anche, a quanto pare, alcuni magistrati. È necessario andare fino in fondo, senza tentennamenti, perché la lotta alla mafia si fa se non si ha paura di nulla.

Ecco il video completo del mio intervento:

La sinistra non ci dia lezioni di legalità

Per combattere la mafia dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi che non esistono scorciatoie nella vita. Se, tra le mille difficoltà, mentre i giovani si cercano una casa perché hanno scelto di andare a vivere da soli e provare a costruirsi insieme un futuro arriva qualcuno che dice “occupa la casa”, allora dobbiamo insegnargli a dire di no. Anche così combattiamo la criminalità. Chi in Parlamento, invece, rivendica con orgoglio l’occupazione delle case è qualcuno che aiuta la criminalità.

Quelli che a sinistra provano a darci lezioni di legalità sono gli stessi che hanno preso una che andava a fare reati in tutta Europa e l’hanno fatta eleggere in Europa. Non possono essere loro quelli che danno lezioni di legalità. Noi difenderemo sempre il buonsenso, lo stesso che ci ha fatto togliere il reddito di cittadinanza. Non dobbiamo insegnare ai ragazzi che ci sono scorciatoie, sennò non si rimboccheranno mai le maniche per lavorare, ma cercheranno sempre una via facile nella vita.

Nella vita tutti possiamo realizzare quello che vogliamo, ma l’unica strada giusta è quella di rimboccarsi le maniche e sacrificarsi, non cercando le scorciatoie, né ricorrendo al reddito di cittadinanza, né alla droga. Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi che non esistono strade semplici per far valere i propri diritti: l’unica strada è quella che, prima dei diritti, prevede dei doveri. Così lottiamo contro la mafia.