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Vergogna Cgil: nuovo segretario proclamato sulle note dell’inno sovietico

Landini a pugno chiuso

Congresso bolognese della Cgil si conclude con l’inno dell’Urss, tra gli applausi dei presenti e il compiacimento di Maurizio Landini

Celebrare il comunismo e l’esperienza sovietica, con il suo carico di violenze, mortificazione della libertà e vittime, è scandaloso. Lo è ancor di più in tempi come questi, segnati dall’inaccettabile aggressione russa contro l’Ucraina. Eppure c’è chi non si vergogna a farlo. Bologna, 13 gennaio 2023: la Cgil celebra il suo congresso provinciale e pensa bene di concluderlo con una colonna sonora fuori dal tempo: l’inno sovietico. In platea delegati salutano a pugno chiuso alzato, ricambiati dal neosegretario. Sul palco anche il numero uno del sindacato Maurizio Landini sorridente e compiaciuto.

Parliamo dello stesso Landini che non perde occasione di parlare sconclusionatamente dei pericoli della destra al governo e che oggi non mostra alcun imbarazzo nel rivendicare vicinanza se non appartenenza a una storia e a una ideologia che ha causato milioni di morti. Non solo nell’ex Unione sovietica, ma in Europa e nel mondo. Vittime del comunismo spesso dimenticate, anche in Italia. Il segretario della Cgil Landini avrebbe potuto e dovuto prendere le distanze dalla scelta di sparare a tutto volume l’inno sovietico. Per amor di verità storica oltre che per rispetto di una nazione ferita, l’Ucraina, che conosce bene la violenza e la crudeltà del comunismo.

Una presa di distanza che comunque non sminuirebbe la gravità di quanto accaduto ieri a Bologna. La scelta di quella colonna sonora testimonia che certe realtà non hanno fatto i conti con la storia e preferiscono restare invischiate in retaggi ideologici e politici anziché perseguire gli obiettivi che avrebbero. La Cgil è un sindacato italiano, e volendo chiudere il congresso con un inno, questo doveva essere il Canto degli Italiani, non certo quello sovietico.

Errore materiale? No, orrore materialista

Se è vergognoso quanto accaduto a Bologna, ridicola è la giustificazione: un “errore materiale, dalla regia è stato confuso l’inno sovietico con l’Internazionale” ha precisato il sindacato Cgil, cercando di chiudere la vicenda e togliersi dall’imbarazzo. Un imbarazzo che aveva spinto la pagina facebook del sindacato a rimuovere in fretta e furia il video. È evidente che a sinistra i legami con un passato di cui non andare orgogliosi sono ancora vivi, così come una certa simpatia per la Russia. Più che di un errore materiale forse sarebbe stato più opportuno parlare di orrore materialista.