In Libia evacuati gli italiani. Imprenditori e personale ENI costretti a lasciare il Paese.
Giornata difficile per le relazioni internazionali.
Da un lato il caos il Libia con imprenditori italiani che scappano e l’Eni che evacua il nostro personale. Dall’altro l’ambasciatrice americana alla Nato Kay Bailey Hutchison non usa mezze parole e a La Stampa dice “L’Italia deve assumersi le sue responsabilità e spendere di più per la difesa”.
Il caos improvviso in Libia, dove sono ripresi gli scontri, ha preoccupato i molti italiani che vivono e lavorano nel Paese, tanto che alcuni imprenditori hanno già lasciato Tripoli e diverse imprese stanno valutando cosa fare di fronte all’avanzata del generale Haftar. Gli italiani temono per la propria sicurezza nonostante proprio dal portavoce dell’uomo forte della Cirenaica sia arrivata una rassicurazione per tutti gli stranieri a Tripoli: quando l’esercito entrerà nella capitale, “un’unità speciale sarà incaricata della sicurezza delle imprese straniere e locali, delle sedi diplomatiche e delle istituzioni economiche straniere”. Ma proprio ieri e’ salito su un aereo per Tunisi, secondo le fonti, un gruppo di una decina di italiani.Tra le aziende presenti nel Paese, l’Eni che ha fatto sapere che “la situazione nei campi petroliferi e’ sotto controllo” e che sta “monitorando l’evolversi della vicenda con molta attenzione”. Ma secondo fonti locali in realtà avrebbe già fatto evacuare una decina di dipendenti dalla Libia in raccordo con la Farnesina. Proprio sul sito della Farnesina campeggia ormai da due mesi l’allerta che sconsiglia di andare in Libia per “le precarie condizioni di sicurezza nel Paese”, dove vivono e lavorano diverse centinaia di italiani.
Trump continua a chiedere all’Italia di pagare gli F35 e di alzare il budget per la Difesa almeno al 2%, ma il gelo nei rapporti è calato secondo molti osservatori dopo l’apertura dell’Italia alla Cina con la “Via della seta”.