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31 anni dalla strage di via dei Georgofili

Sono passati 31 anni da quel maledetto 27 maggio del 1933.

Era una notte calda, quando alle ore 1:04 del 27 maggio del 1993 un boato svegliò Firenze. Era il crollo della Torre dei Pulci, rasa al suolo da 277 chili di tritolo occultati in un fiorino parcheggiato davanti al civico n. 3 di via dei Georgofili.

In quel maledetto attentato terroristico persero la vita Fabrizio Nencioni, ispettore dei vigili urbani, e la moglie Angela Fiume, custode dell’Accademia, insieme alle loro figlie Nadia (nove anni) e Caterina (meno di due mesi di vita), che abitavano al terzo piano della Torre.

La bomba provocò anche quarantuno feriti e, per colpa della propagazione di un incendio, morì anche un giovane studente di 22 anni, Dario Capolicchio, che studiava architettura all’Università.

A ordinare la strage dei Georgofili, come altre bombe che esplosero nello stesso anno a Roma e Milano, fu Cosa Nostra, che voleva così condizionare il funzionamento degli istituti democratici e lo svolgimento della vita civile del Paese attraverso attentati terroristici.

Barranca, Spatuzza, Lo Nigro, Giuliano, Carra, Ferro, Calabrò, Pizzo, Mangano e D’Amato vengono condannati perchè ritenuti gli esecutori materiali della strage dei Georgofili. 

Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Giuseppe Ferro e Francesco Tagliavia vengono condannati perchè ritenuti i mandanti dell’attentato ai Georgofili.

Il nostro impegno nella memoria e nella ricerca della verità è la nostra stessa abnegazione nella lotta senza sosta alla mafia e alla criminalità organizzata