Interrogazione alla Camera per chiedere al governo un tavolo per il salvataggio della storica azienda fiorentina Rifle dal fallimento. Garantire i lavoratori
Il Tribunale di Firenze ha dichiarato il fallimento di Rifle, uno dei nomi storici del jeans italiano, fondato nel 1958 dai fratelli Fratini.
Rifle, che ha sede a Barberino di Mugello (Firenze) ha vestito milioni di consumatori, diventando un marchio-simbolo della moda italiana. Ora il fallimento rischia di costare il posto di lavoro a decine di lavoratori. L’emergenza coronavirus ha dato l’ultimo colpo a una crisi provocata dalla concorrenza internazionale.
Adesso sarà nominato il curatore fallimentare e ha disposto l’esercizio provvisorio per 45 giorni: 96 persone che lavorano nel quartier generale di Barberino del Mugello e nei negozi monomarca italiani, sono in allarme.
Per questo chiediamo al governo di istituire al più presto un tavolo per favorire il salvataggio delle Rifle dal fallimento e la salvaguardia dei 96 lavoratori.
Così ho presentato un’interrogazione alla Camera dei Deputati.
Vediamo se coinvolgendo la maggioranza sarà possibile un intervento istituzionale forte. Quello che serve per salvare dal fallimento la sorte dei lavoratori della Rifle.
L’azienda Rifle era da tempo in difficoltà prima del fallimento, e nel 2017 ha aperto il capitale alla società svizzera di investimenti Kora, salita in maggioranza (55%) l’anno successivo.
Alla guida arrivò Franco Marianelli, ex Guess Italia e Gas jeans, e ben presto la famiglia Fratini, pur mantenendo una quota di minoranza, lasciò tutte le cariche sociali. Il bilancio 2018 si è chiuso con 16 milioni di fatturato e una perdita di 3,3 milioni.