Documenti shock: Qualcuno favorì l’aiuto ai Renzi.

Sono costretto, mio malgrado, a tornare sulla vicenda dei debiti dei Renzi irregolarmente ripagati con fondi pubblici.

Mi è arrivata una busta anonima con dentro dei documenti shock.

Tra i documenti che qualche generoso cittadino mi ha donato c’è una relazione della Guardia di Finanza alla Procura di Genova in cui si mettono nero su bianco le stesse accuse che ho sollevato io sulla irregolarità del finanziamento.
In più si aggiunge la notizia, fino ad ora mai pervenuta nemmeno nelle risposte ufficiali alle interrogazioni, secondo cui in Fiditoscana accortisi delle irregolarità avrebbero prima sospeso e poi “inspiegabilmente” ripreso il pagamento dei debiti di famiglia dei Renzi.
Chi ha fatto ripartire l’erogazione dell’aiuto ai Renzi in Fiditoscana dopo che era stata sospesa? C’è un suggeritore del PD, del Governo o della Regione che ha fatto pressioni in Fidi per superare gli ostacoli che impedivano l’aiuto alla azienda fondata dai Renzi? Chi è il facilitassero?
A seguire i documenti che mi sono stati donati da qualche generoso cittadino e il testo completo della nuova interrogazione (lo so è lungo e ostico, ma vale la pena leggere anche i dettagli per capire tutto).

———–
Interrogazione:
Oggetto: Debiti della famiglia Renzi coperti da Fiditoscana e eventuali pressioni del PD, del Governo e/o della Regione presso Fiditoscana per superare sospensione garanzia.

Vista l’interrogazione orale 49/2015 e la relativa risposta fornita in Aula dal Presidente Enrico Rossi.


Vista la deliberazione del Consiglio Regionale n. 66 del 10 luglio 2007 con la quale si approva il Piano regionale dello sviluppo economico (PRSE 2007-2010) che prevede, tra l’altro, nell’ambito della Linea di intervento 3.1 “Ingegneria finanziaria” interventi di garanzia con caratteristiche tali da rispettare i requisiti richiesti dall’Accordo di Basilea;




Considerato che il Consiglio di Amministrazione di Fidi Toscana Spa ha deliberato il 16.10.2008 lo stanziamento di € 1.500.000,00 destinato a potenziare i fondi regionali di garanzia a favore delle pmi;




Vista la deliberazione di G.R. n. 1086 del 15.12.2008 che approva, tra l’altro, le modalità di attuazione degli “Interventi di garanzia per la liquidità delle imprese”, stabilendo che tali interventi siano attuati mediante apporto di risorse a Fidi Toscana Spa a titolo di finanziamento, nel rispetto delle previsioni recate nelle Istruzioni di Vigilanza per gli intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale di cui alla Circolare n. 216 del 5 agosto 1996, settimo aggiornamento del 9 luglio 2007, e al relativo allegato “A”;




Preso atto che con deliberazione n.1027 del 09/12/2008 la Giunta Regionale ha approvato il protocollo di intesa “Emergenza Economia” Regioni-Sistema bancario operante in Toscana;




Visto il Decreto N° 266 del 15 Gennaio 2009 avente per oggetto: “PRSE 2007-2010 Linea di intervento 3.1 Ingegneria finanziaria “Interventi di garanzia per la liquidità delle imprese”. Approvazione dell`accordo di finanziamento e del regolamento.” in cui si D E C R E T A: “1. di approvare l’accordo per un finanziamento a Fidi Toscana per un importo massimo di € 14.375.436,00 finanziamento per l’attuazione degli “Interventi di garanzia per la liquidità delle imprese” di cui all’allegato A, parte integrante e sostanziale del presente atto; 2. di approvare il regolamento relativo agli “Interventi di garanzia per la liquidità delle imprese”, di cui all’allegato B, parte integrante e sostanziale del presente atto; 3. di rinviare l’assunzione degli impegni al momento in cui saranno rese disponibili le risorse a seguito delle necessarie variazioni di bilancio.”;




Preso atto che Il Decreto Regionale N° 266 del 15 Gennaio 2009 e l’allegato B, parte integrante del decreto, è il regolamento che stabilisce come deve essere utilizzato il finanziamento e quali devono essere i rapporti tra Azienda e Istituzioni.




Evidenziato che tra le domande presentate ne risulta una da Chil s.r.l. presentata il 16/03/2009 per un finanziamento di E. 437.000 euro a 84 mesi tramite la BCC Pontassieve, filiale di Pontassieve;




Rilevato che L’allegato B del DR 266/2009 prevede esplicitamente che l’azienda debba essere toscana, la garanzia al finanziamento possa essere massimo al 60%, elevata all’80% solo per imprese giovani o femminili (Art.4) e che L’azienda e la banca debbano comunicare qualsiasi cambiamento societario che riguardi queste condizioni (Art.19)




Preso atto che L’operazione di Chil con Fidi è garantita all’80% e non al 60% perchè PMI femminile. 




Evidenziato che la garanzia di Fidi Toscana è stata deliberata il 15/6/2009,ma quando il finanziamento è stato erogato due mesi dopo, l’azienda di famiglia dei Renzi era formata solo da Tiziano Renzi (evidentemente non femmina). Incassata, quindi, la garanzia massima dell’80% come PMI femminile, senza nemmeno aspettare l’erogazione del prestito, i Renzi si erano passati, in data 29/07/2009, le quote societarie e le femmine di famiglia erano sparite dall’assetto societario.




Evidenziato poi che Il 14/10/2010 Tiziano Renzi ha anche spostato la sede dell’azienda fuori dalla Toscana, a Genova e ceduto le sue quote per 2000 euro a Gianfranco Massone (Ben altro era il valore aziendale presentato alla richiesta del finanziamento garantito).




Ricordato che alla data di presentazione della domanda l’unico dirigente, in aspettativa, della società CHIL S.r.l. risulta essere l’ex socio Matteo Renzi e che la società era ed è stata a tutti gli effetti una società della famiglia;




Evidenziato che alla data di presentazione della domanda Fidi Toscana risulta essere partecipata anche dalla Provincia di Firenze per 1.413.412,00 € (Il primo socio pubblico per partecipazione dopo la Regione Toscana) e che Matteo Renzi era Presidente della Provincia;




Considerato che la garanzia di Fidi Toscana è stata deliberata il 15/6/2009 tra il primo e il secondo turno delle elezioni comunali di Firenze con cui Matteo Renzi stava diventando Sindaco di Firenze;




Ricordato che anche il Comune di Firenze è socio di Fidi Toscana Spa;




Preso atto che l’operazione è stata erogata dalla banca il 13/8/2009 quando Matteo Renzi era Sindaco di Firenze;




Considerato che l’intervento è stato effettuato a prima richiesta nella misura dell’80% a valere sulle risorse della Misura Liquidità PRSE 2007-2010;




Preso atto che in data 08/10/2010 protocollo n°FI-2010-63542 Chil Post s.r.l. cedeva un ramo aziendale a Chil Promozioni oggi EVENTI 6 s.r.l. (società riconducibile sempre alla famiglia Renzi);




Ricordato che in data 14/10/2010 le quote della società Chil Post s.r.l. sono state trasferite interamente da Renzi Tiziano a Gian Franco Massone;




Evidenziato il passaggio a sofferenza della posizione da parte della banca dovuto all’insoddisfacente andamento del rapporto ed al perdurare dell’insolvenza relativa all’estinzione di fatture Italia anticipate e scadute;




Preso atto che in data 12/8/2011 si è verificato il primo mancato pagamento di una rata del finanziamento da parte di Chil POST S.r.l.;




Preso atto che la messa in mora da parte della banca è stata effettuata il 20/10/2011, nel rispetto dei termini della Convenzione regolante i rapporti tra le banche e Fidi Toscana. L’esposizione complessiva al momento della richiesta di attivazione della garanzia era di E. 322.316,34;




Evidenziato che in data 15/2/2012 la banca richiedeva a Fidi Toscana l’attivazione della garanzia rilasciata a valere sulla Misura in oggetto;




Ricordato che il 07/02/2013 il Giudice del Tribunale fallimentare di Genova dichiarava il fallimento di CHIL Post s.r.l. e che su questa vicenda la Procura di Genova indaga per bancarotta fraudolenta








Evidenziato che in data 1/8/2013 è stata liquidata da FIDI alla BCC Pontassieve la somma di E. 263.114,70 a copertura della perdita subita dalla banca (la somma è pari all’80% dell’esposizione complessiva al momento della richiesta di attivazione della garanzia + interessi ed oneri);




Ricordato che il 22/02/2014 Matteo Renzi è diventato Presidente del Consiglio;




Preso atto che in data 30/10/2014, Fidi Toscana ha ricevuto dal Fondo Centrale di Garanzia la somma di E. 236.803,23 a seguito dell’attivazione della controgaranzia;




Constatato che il Fondo Centrale di Garanzia è afferente al Ministero dello Sviluppo Economico Direzione Generale dello sviluppo alle Imprese e quindi al Governo presieduto da Matteo Renzi;




Pertanto, la perdita sofferta sull’operazione da Fidi Toscana, a valere sulla Misura liquidità , è stata di E. 26.311,47 e dal Fondo di Garanzia di E. 236.803,23;




Preso atto quindi che i debiti creati dall’azienda di famiglia di Matteo Renzi sono stati pagati con soldi pubblici tramite sia la finanziaria regionale che il fondo di garanzia dello Stato quando Matteo Renzi ricopriva ruoli apicali nelle Istituzioni di riferimento;




Evidenziato che la garanzia pubblica è stata concessa ad una società femminile e toscana, ma pagata ad una società maschile e ligure.




Vista la risposta all’interrogazione regionale orale 1289/2015 in cui si ammette che le variazioni di assetto societario sarebbero dovute essere comunicate a Fidi Toscana, ma che non risulterebbe questo avvenuto.




Evidenziato che nella stessa risposta all’interrogazione 1289/2015 si ricorda che nel caso in cui non vengano rispettate le finalità del finanziamento la stessa agevolazione dovrebbe cadere e si invita quindi gli organi di FIDI a verificare “Se esistono i presupposti per procedere a tutela del proprio patrimonio”


Preso atto del parere espresso dal responsabile aziende della BCC di Pontassieve, Marco Lotti in data 14-07-2009 in cui testaulmente riferiti a CHIL S.r.l. si scrive ” perseguire una politica di sviluppo che già è in fase di impostazioneche prevede l’ampliamento e la modernizzazione delle attività così come il mercato di riferimento chiede con sempre maggiore insistenza…. La bontà del business in questione e la provata esperienza dei nominativi, esprimo parere favorevole alla concessione del dispositivo fidi in richiesta”.


Ricordato che in data 13/07/2009, il giorno precedente al parere in Bcc di Marco Lotti, il Comune di Firenze con provvedimento dirigenziale 2009/DD/07249 determinava l’assunzione di Luca Lotti, figlio di Marco, come responsabile della segreteria del Sindaco Matteo Renzi, figlio di Tiziano Renzi e Laura Bovoli.


Comunicato che in data odierna mi sono pervenuti anonimamente in busta chiusa presso la mia abitazione alcuni documenti inerenti questa vicenda.


Evidenziato che tra i documenti pervenutimi c’è la comunicazione n°1921/14/7211 firmata Col. Dino Bonati della Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota Guardia di Finanza della Procura della Repubblica di Genova del 28/11/2014 in cui la GDF relaziona alla Procura di Genova nella persona dell Dott. Marco Airoldi sulle indagini relative alla Chil s.r.l. e a detta della GDF  “si ritiene possa concretizzare l’utilizzo strumentale della compagine sociale femminile solo al fine di ottenere la massima garanzia ammissibile (80%) a discapito di Fiditoscana Spa. , operazione che si è potuta realizzare di concerto con la famiglia Renzi” e che “Tutti i rapporti con il predetto istituto di credito sono stati intrattenuti e/o comunque avvenuti tramite Renzi Tiziano anche quando egli non faceva parte della compagine sociale e non ricopriva alcuna carica societaria, partecipando a riunioni, colloqui sia personali che telefonici, intrattenendo corrispondenza tramite email già agli atti e ricoprendo quindi funzioni di rappresentanza e decisionali di Chil Srl poi Chil Post Srl” …. “La Fiditoscana Spa, escussa nella garanzia prestata all’80% sull’erogazione del mutuo da parte della BCC Pontassieve, sospendeva il pagamento a causa della non comunicazione e non conoscenza del cambiamento della compagine sociale. Al momento non risultano ancora chiare le motivazioni per le quali si è quindi poi evidentemente giunti al superamento di tale circostanza dal momento che Fiditoscana giungeva comunque all’erogazione del pagamento a favore della BCC Pontassieve”.


Preso atto che in nessuna delle risposte fornitomi fino ad oggi era mai emersa la circostanza di una precedente sospensione del pagamento e poi di un ripensamento da parte di Fidi.


Evidenziato che dalle carte arrivatemi parrebbe che dopo la lettera della Regione Toscana  – Settore Politiche orizzontali di sostegno alle imprese – n° protocollo 9331 del 5 maggio 2015 a Fiditoscana in cui la Regione a seguito dell’esame scaturito in seguito alla mia interrogazione 1289/2015 “Chiede pertanto di avviare il procedimento per il recupero di quanto previsto a termine di Regolamento”, non c’era stato alcun atto concreto ulteriore da parte né della Regione né di Fiditoscana oltre ad una lettere del 27 luglio 2015 (gg-lg 2015-0009018) in cui il Direttore Generale Gabriella Gori chiedeva alla Regione maggiori indicazioni.


Preso atto che La Dirigente Responsabile Simonetta Baldi chiedeva a Fiditoscana di “provvedere al più presto …. procedendo con la revoca totale dell’ESL” in data venerdì 18 settembre 2015 il giorno dopo che era stata calendarizzata per il Consiglio del 22-23 settembre la risposta del Presidente Rossi alla mia interrogazione.


Preso atto che il lunedì 21 settembre 2015 il Vice direttore Generale di Fiditoscana Gabriella Gori inviava la raccomandata A/R con cui si chiedeva a CHIL POST e al Dott. Maurizio Civardi l’ammontare dell’agevolazione.


Preso atto che lo stesso 21 settembre il curatore fallimentare Dott. Maurizio Civardi rispondeva a Fidi che “eventuali pretese creditorie devono essere fatte valere esclusivamente in sede di insinuazione al passivo”


Evidenziato che fino alla mia prima interrogazione nessuno aveva notato alcuna anomalia in questa vicenda, che dopo la prima interrogazione la lentezza burocratica aveva consentito solo uno scambio di lettere senza alcun intervento concreto e che invece dopo la seconda dettagliata interrogazione in cui si citava oltre il Presidente del Consiglio anche il padre del sottosegretario alla Presidenza dl Consiglio dei Ministri, in pochissime ore si arrivava ad un importante scambio epistolare che permetteva al Presidente Rossi di salvare l’immagine della Regione toscana nella riposta all’interrogazione senza però concretamente insidiare il patrimonio di famiglia dei Renzi.




Ricordato che in Italia si suicida per crisi un imprenditore ogni cinque giorni;




Ricordato che l’accesso al credito è una delle maggiori difficoltà, insieme alla pressione fiscale, che riscontrano le aziende toscane;


Interroga il Presidente per sapere


-Se corrisponde al vero quanto illustrato nei documenti pervenutimi secondo cui Fiditoscana avrebbe prima sospeso il pagamento a causa della non comunicazione e non conoscenza del cambiamento della compagine sociale, salvo poi in un secondo momento procede al pagamento della garanzia.


– In caso affermativo le motivazioni per le quali si è quindi poi evidentemente giunti al superamento della circostanza che aveva portato alla sospensione.


– Se esponenti politici legati al Partito Democratico, al Governo Nazionale e/o alla Regione Toscana, sono intervenuti con pressioni presso componenti e/o dirigenti di Fiditoscana per superare le circostanze che avevano sospeso il pagamento.


– Se ci sono casi di società o privati a cui è stata sospesa o modificata la garanzia in seguito a cambiamenti societari tra soci femminili e maschili e/o giovani e adulti in relazione alla percentuale di garanzia concessa dell’ 80% invece che il 60%. In caso affermativo quali e quanti


– Il motivo per cui la Regione Toscana e Fiditoscana si sono così celermente attivate solo in seguito alla mia interrogazione e nel giorno precedente alla prevista risposta in Aula da parte del Presidente della Regione.


– Se la Regione si è attivata per insinuarsi al passivo così come indicato dal curatore Dott. Maurizio Civardi