Nelle Rsa della Toscana centinaia di morti e contagiati da coronavirus. Tutte le colpe di Rossi
Il coronavirus nelle Rsa in Toscana ha provocato centinaia di morti tra gli anziani. Ogni giorno muoiono silenziosamente centinaia di persone innocenti. La telefonata straziante che nessun figlio vorrebbe ricevere, purtroppo, è arrivata in troppe case d’Italia.
Morire ai tempi del Coronavirus
Anziani che muoiono con i sintomi del Covid-19, con l’influenza, ma spesso senza l’ufficialità del coronavirus, perchè nelle Rsa non vengono fatti i tamponi e nessuno conta questi decessi nella tristissima ecatombe giornaliera.
Ma quanti sono i morti reali per l’emergenza coronavirus? E i positivi? Quanti tamponi sono stati fatti tra operatori sanitari e degenti?
Probabilmente non si saprà mai. Sicuramente però, ogni giorno le famiglie piangono i propri cari che muoiono.
Il rapporto dell’Iss
Le Rsa stanno esplodendo ed il dato più allarmante arriva dal secondo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulle residenze per anziani, che spiega come, dai primi giorni di febbraio, oltre un terzo delle morti nelle Rsa sia avvenuto per infezione da coronavirus.
Un dato soltanto parziale, però, perchè al questionario dell’Iss hanno risposto soltanto 577 Rsa su 4.629 esistenti in tutta Italia.
Toscana dietro la Lombardia
Da questi tristi numeri, emerge anche come la Toscana sia al secondo posto per casi di polmoniti nelle Rsa, soltanto dopo la Lombardia, la regione più colpita d’Italia.
Infatti su 3231 ospiti, censiti al primo di febbraio, 227 hanno la polmonite o presentano sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19.
Però sono solo 76 i contagi accertati da coronavirus nelle Rsa toscane, con una differenza di numeri veramente importante.
Non si fanno i tamponi
Perché? La risposta è drammaticamente semplice, la Regione Toscana non effettua i tamponi nei centri destinati ad accogliere anziani e disabili.
E il dato è confermato anche dal numero dei decessi. Infatti dall’inizio dell’emergenza, nelle Rsa della Toscana sono morti 331 anziani. A 101 di loro sono stati riscontrati sintomi compatibili con il coronavirus, ma i decessi accertati da Covid-19 sono solo 15, praticamente una persona ogni venti decedute.
Non sono dati veritieri
Sono dati che non corrispondono alla verità e che vengono tenuti nascosti per non fare emergere le clamorose falle del sistema sanitario toscano. Ad esempio a Firenze, i tamponi a tappeto nelle Rsa sono iniziati soltanto alla fine di marzo, quando ormai i focolai erano già estesi.
Centinaia di casi nelle Rsa della provincia sono stati accertati ormai troppo tardi e i contagi e le morti si sono diffusi a macchia d’olio.
A Prato, la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta sulle morti della Rsa di Comeana. Nella residenza pratese ci sono stati cinque decessi tra gli anziani e altri 18 sono risultati positivi, oltre a 15 casi di contagio tra gli operatori. Sempre a Prato nell’inchiesta è finita anche la Rsa Casa Serena di Mezzana.
Anche a Lucca c’è un’inchiesta della Procura, dopo un esposto su tre casi di morti sospette alla Rsa di Gallicano, dove ci sono 10 operatori e 13 pazienti contagiati.
Ma sono solo numeri provvisori, purtroppo destinati a crescere.
Protezioni solo a fine marzo
Rossi si vanta di aver trovato milioni di mascherine, ma dalla Regione Toscana hanno cominciato a distribuire le protezioni per gli operatori sanitari delle Rsa solo alla fine di marzo, quando ormai l’infezione era dilagata e si contavano morti e contagiati.
Oltretutto considerate le indicazioni dell’Iss e dell’Oms sui metodi di prevenzione dal coronavirus, l’assenza di mascherine, guanti, tute e dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari, può aver accelerato e facilitato l’infezione.
In Toscana una famiglia con un proprio caro ospite di una Rsa, paga di media 1700 euro al mese per curare una persona, senza però in questo momento avere la minima sicurezza sanitaria.
Per questo motivo Rossi ha la grave responsabilità di aver accentrato ogni impegno sull’attività ospedaliera, abbandonando gli anziani e chi se ne occupa.
Ha lasciato le Rsa senza protezioni, senza assistenza, a covare il virus e contagiarselo tra loro, senza rendersi conto della vulnerabilità di soggetti fragili di fronte all’ecatombe del coronavirus.
Quarantena insieme al personale sanitario
A questa va aggiunta la follia di porre in quarantena, insieme, il personale e i degenti poteva venire soltanto a Rossi. “A tutto il personale delle Rsa che si trovi ad operare a contatto con pazienti Covid-19 saranno garantite forme di allontanamento dall’ambito familiare attraverso alloggio presso le stesse Rsa o presso alberghi sanitari, in modo da evitare che altre persone rischino di contagiarsi”. Lavoratori lasciati a prendere il virus.
Nelle Rsa della Toscana il coronavirus ha provocato centinaia di morti tra i nostri anziani, ma chi parlerà a quei figli ormai orfani, raccontando le ultime ore di vita dei loro genitori? Chi spiegherà perchè nessuno ha cercato di evitare i contagi? Rossi?
Fratelli d’Italia sarà al fianco dei più fragili e delle loro famiglie per accertare la verità.