Ambulatorio aperto e già chiuso. Un flop vero quello dell’ambulatorio inaugurato dalla Regione Toscana e durato appena tre giorni.
Tutto era nato dal rientro dei 2.500 persone dalla Cina (numeri diffusi dalla Regione Toscana sulle cifre fornite dal consolato cinese) e la problematica della quarantena.
Rossi e la Saccardi avevano deciso di aprire l’ambulatorio “per combattere le discriminazioni”. E il virus non lo vogliamo combattere? Tant’è che non avevano evidentemente considerato il rischio contagio che avrebbe provocato il recarsi ad un ambulatorio da parte persone potenzialmente infette.
E ora questo il tampone, in caso di necessità, verrà fatto “a domicilio”, evenienza in un primo momento esclusa categoricamente dall’assessorato alla Sanità. Un bel caos, insomma.
Abbiamo sempre affrontato responsabilmente la questione coronavirus e siamo contro ogni allarmismo, ma i primi a cui chiediamo responsabilità sono i nostri amministratori.
Invece di pensare a fantomatiche “discriminazioni” e a litigare con Burioni, come ha fatto in modo scomposto nei giorni scorsi il governatore Rossi, la Regione Toscana pensi a tutelare i cittadini dal coronavirus.