Giorno del Ricordo: dai centri sociali al sindaco Pd, tutti gli sfregi della sinistra agli infoibati

Per anni li hanno cancellati dalle pagine di storia: non permetteremo a nessuno di continuare ancora ad infangare il ricordo delle migliaia di donne ed uomini massacrati e gettati vivi nelle foibe dai partigiani iugoslavi con la sola colpa di essere italiani

Per decenni hanno fatto di tutto per impedire che la tragedia potesse essere conosciuta. L’hanno negata, minimizzata, e cancellata dai libri di scuola. Ma non permetteremo mai che questi ignoranti negazionisti, talvolta con la complicità delle istituzioni, possano seppellire o disonorare il ricordo delle migliaia di donne ed uomini massacrati e gettati vivi nelle foibe dai partigiani iugoslavi con la sola colpa di essere italiani.

I gesti criminali dei negazionisti

Purtroppo, succede ogni anno. Nel Giorno del Ricordo, mentre noi onoriamo la memoria delle vittime innocenti dei comunisti del macellaio Tito e delle centinaia di migliaia di esuli, negazionisti e riduzionisti colgono l’occasione per minimizzare la portata delle violenze comuniste con le parole e con i fatti: schifosi vandalismi contro targhe e monumenti che ricordano la tragedia delle Foibe e il dramma dell’esodo, l’esposizione di bandiere della Iugoslavia titina, sfregi alla memoria di chi è stato massacrato e gettato vivo nelle Foibe.

Un’offesa alla memoria delle vittime che testimonia quanto imbarazzante sia quella pagina di storia per certa sinistra, così come quanto oggi sia fondamentale questa solennità civile. Il Giorno del Ricordo, fortemente voluto dalla Destra, è stato istituito proprio per questo motivo: togliere definitivamente la coltre di nebbia che ha ucciso per la seconda volta le vittime. Uccisi la prima con la violenza, la seconda con il silenzio fatto cadere per decenni su una pagina di storia scomoda per la sinistra.

L’abisso dell’orrore dello squadrismo rosso

A Firenze, anche quest’anno, i soliti negazionisti del Cpa, centro sociale occupato abusivamente, hanno innalzato le bandiere del regime comunista del boia Tito. Non è tollerabile che in un immobile di proprietà comunale possano essere esaltate le azioni di un sanguinario dittatore comunista. Uno spregio inaccettabile che si ripete sistematicamente nel silenzio assoluto della sinistra, che con il suo riduzionismo strisciante finisce per legittimare il negazionismo e i vandalismi.

Come quello avvenuto ieri all’ingresso della Foiba di Basovizza, a Trieste, dove alcuni delinquenti hanno vergato tre scritte dell’orrore: “Trst je naš” (“Trieste è nostra”), che ricorda il motto usato dai titini ottant’anni fa. E ancora, “Smrt fašizmu, sloboda narodu” (“Morte al fascismo, libertà al popolo”). E, infine, “Trieste è un pozzo”. Uno schifo intollerabile.

Atti vili non scalfiscono il nostro ricordo, ma tutti condannino

E quest’anno si aggiunge anche la follia del sindaco di Bologna, del Partito democratico, che ha denunciato chi è entrato in Comune per deporre una corona in ricordo dei Martiri delle Foibe. Ed, esattamente, di quale reato si tratterebbe: deposizione aggravata di corona, ricordo indebito di vittime del comunismo o di eccesso premeditato di amor patrio?

C’è ancora una minoranza di ignoranti che rinnegano la tragedia che ha visto migliaia di italiani morire nelle cavità carsiche per mano comunista e centinaia di migliaia lasciare le loro case e le loro terre perché non volevano vivere sotto il regime titino. Donne e uomini che hanno pagato con la vita o con l’esodo il solo fatto di essere orgogliosamente italiani. 

Di fronte a questi attacchi vili alla memoria dei Martiri delle Foibe deve esserci una condanna piena ed unanime, senza alcuna esitazione. Nessuno deve permettersi di strizzare l’occhio ai negazionisti. Gli attacchi vergognosi alla memoria dei Martiri di qualche negazionista non scalfiscono il nostro ricordo. Noi non scordiamo.