Un’ordinanza gravissima e pericolosa: l’individuazione dei Paesi sicuri spetta unicamente allo Stato, e a nessun altro
Nuovo giorno, nuova ordinanza di magistrati che fanno i militanti rossi e vorrebbero decidere quali sono i Paesi sicuri. Ma con l’ordinanza del Tribunale di Bologna che paragona i Paesi sicuri individuati dallo Stato italiano alla Germania nazista si sono raggiunti livelli di gravità inaudita e intollerabile. I giudici devono fare il loro lavoro: applicare le Leggi dello Stato e non fare politica o immaginarsi Ministri degli Esteri.
La Legge dello Stato che individua i Paesi sicuri
Dopo la non convalida da parte del Tribunale di Roma dei primi migranti arrivati nei centri in Albania, il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legge che eleva a Legge di rango primario l’indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio. Il principio è uno e chiaro: non possono essere i magistrati, di volta in volta, a stabilire discrezionalmente se un Paese è sicuro o meno. Si tratta di un compito che spetta unicamente allo Stato.
L’ordinanza intrisa di rosso
Ma i soliti magistrati che si divertono a fare i militanti rossi hanno scritto un’altra ordinanza intrisa di rosso. Grave e pericolosa. Perché, oltre a volersi attribuire – ancora una volta – il potere di decidere discrezionalmente quali siano i Paesi sicuri, hanno addirittura paragonato Nazioni che lo Stato italiano ha individuato come Paesi sicuri alla Germania nazista.
Sulla base di un ricorso di un cittadino del Bangladesh, i giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Bologna hanno rinviato pregiudizialmente la questione alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Ma la Corte di Giustizia non potrà che confermare quello che è chiaro a tutti tranne che ai magistrati rossi: è lo Stato a stabilire quali sono le Nazioni sicure. Resta indiscussa la prerogativa del giudice di valutare poi, nel caso concreto, se quel Paese, sicuro in linea generale, lo sia, nello specifico, per il soggetto di cui si parla.
Il paragone delirante con la Germania nazista
L’ordinanza del Tribunale di Bologna, che lascia esterrefatti, dimostra però chiaramente anche le ragioni per le quali è necessario che i Paesi sicuri siano individuati unicamente dallo Stato. Innanzitutto, i giudici non hanno gli strumenti e i mezzi necessari per poter fare questo tipo di valutazioni. Tra l’altro, secondo l’illogico e contraddittorio ragionamento dei giudici di Bologna, nessun Paese al mondo potrebbe classificarsi come sicuro.
Ma non solo. C’è anche un grande, forte e concreto rischio di importanti indicenti diplomatici che potrebbero gravemente danneggiare la nostra Nazione. Se lo Stato italiano, dopo attente e approfondite valutazioni, individua un Paese come sicuro, come può un giudice stabile che, in realtà, questo non lo sia? In questo caso specifico, poi, addirittura paragonandolo alla Germania nazista. Un paragone delirante e senza precedenti.
I magistrati devono applicare le leggi, non modificarle
È gravissima la decisione del Tribunale di Bologna che, ancora una volta, entra nel merito di riflessioni e scelte di indirizzo geopolitico. In democrazia le scelte politiche le prendono il Parlamento e il Governo perché rappresentativi della volontà popolare espressa con le elezioni. I giudici devono assicurarsi che vengano rispettate le leggi, non occuparsi di modificarle.
Spostare il potere di scelta politica da organi di rappresentanza popolare ad istituzioni non elettive sarebbe una sospensione della sovranità popolare sancita inequivocabilmente dalla Costituzione.