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“Meloni è un pericolo: non ha inchieste e non agisce per interessi personali”, toghe rosse beccate a brigare via mail contro il governo

Possono dossierare Giorgia, spiare i conti corrente di mezzo mondo, inventarsi gossip, macchinazioni, ma non ci fermeranno. Non siamo ricattabili, andremo avanti con serietà e determinazione

Il tempo ha pubblicato una mail scambiata tra magistrati dal contenuto inequivocabile contro Giorgia Meloni, il governo democratico e le riforme in programma. “Dobbiamo porre rimedio”, dicono. Purtroppo abbiamo capito bene. Possono dossierare Giorgia, la sorella, la mamma, spiare i conti corrente di mezzo mondo, inventarsi gossip, macchinazioni, ma non ci fermeranno. Non siamo ricattabili, andremo avanti con serietà e determinazione

La mail tra magistrati: “Meloni non ha inchieste giudiziarie: è pericolosa”

Alle 18:32 del 19 ottobre 2024, il sostituto procuratore della cassazione Marco Patarnello, scrive una mail indirizzata alla mailing list di Magistratura democratica in cui lancia l’allarme sulle difficoltà che riscontrano nel condizionare l’esecutivo. Patarnello è un esponente di spicco di Magistratura democratica, cioè la corrente sinistra delle toghe presieduta da Silvia Albano quella, per intenderci, balzata alle cronache per aver sentenziato contro il trattenimento dei migranti in Albania.

“Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche, e questo la rende molto più forte. E rende molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto”, queste le parole del magistrato.

Meloni fa paura alle toghe rosse perché non è ricattabile

Meloni è un problema per le toghe rosse perché non è ricattabile. Lo sapevamo. Non insegue interessi personali. Lo sapevamo. Ma, colpa grave, vuole riformare la giustizia. I magistrati, secondo Patarnello, non sono abbastanza compatti nel combatterla. “Dobbiamo assolutamente porre rimedio”, sentenzia la toga rossa. “Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci”, ribadisce.

Magistrati pensino a fare i magistrati, non i politici

Care toghe rosse, compito dei magistrati, e la stragrande maggioranza dei vostri colleghi che combatte in trincea lo sa benissimo, è quello di fermare i mafiosi, i criminali, non quello di fermare i governi democratici. Preoccupatevi per gli spacciatori, gli scafisti, i mafiosi, i trafficanti, non della Meloni. Patarnello, in più, trascina in questa battaglia contro il governo i vertici dell’associazione dei magistrati, e scrive: “Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro”. Santalucia è a capo dell’Associazione nazionale magistrati.

La politica si stringa attorno al governo, non si tratta di un gioco ma di democrazia

Ci hanno dato dei complottisti, ma nemmeno nei nostri incubi peggiori avremmo immaginato di leggere mail di magistrati intenti a brigare su come porre rimedio alle scelte politiche di un governo democratico. E, tra l’altro, magistrati che si sentono le spalle coperte proprio dai vertici della magistratura. Mi auguro, ovviamente, che l’Associazione nazionale magistrati prenda le distanze. Mi auguro che tutte le forze democratiche si stringano intorno al governo ed alla Costituzione.

Non si tratta di un gioco, ma delle basi della nostra democrazia che non prevede scorciatoie giudiziarie rispetto alle elezioni democratiche. Possono dossierare Giorgia, la sorella, la mamma, spiare i conti corrente di mezzo mondo, inventarsi gossip, macchinazioni, ma non ci fermeranno. Non siamo ricattabili, andremo avanti con serietà e determinazione fino alla fine del nostro mandato e poi ci faremo giudicare, sì, ma da chi in democrazia ha il dovere di sentenziare sulle nostre scelte politiche: il popolo italiano.