“Torniamo a Forza Italia come era nel ’94” “Quelli di AN si impadroniscono del partito” e sui giornali scoppiano liti tra i partiti di appartenenza di un’era politica passata, di quando per intenderci al Governo c’erano Prodi, Dini, D’Alema.
“Via tutti i dirigenti, cambiamo tutto e mettiamoci i giovani” “Sono ragazzotti” e sui giornali scoppia il conflitto generazionale.
Entrambi gli scontri mi ricordano il criceto nella ruota chiusa nella gabbia: corre come se stesse facendo chilometri, ma in realtà rimane fermo mentre fuori dalla sua gabbietta il mondo cambia velocemente.
In questi scontri mediatici mi dovrei sentire doppiamente coinvolto venendo da AN ed essendo indicato tra i “ragazzotti” colpevoli di essere stati indicati in un articolo, di costume più che di politica, da Il Giornale come possibili futuri dirigenti del centrodestra italiano.
Mi dispiace deludere gli appassionati delle guerre del criceto, ma mi sento molto più vicino a Sacconi (exFI) che a Granata (ExAN) e in questi anni ho stimato molto più l’On. Pietro Armani diventato Presidente di Commissione alla Camera a 74 anni che Nicole Minetti diventata Consigliere Regionale a 25.
Mentre ci dilettiamo con questi dettagli, il mondo esterno alla nostra gabbia corre a velocità della luce su problemi e sfide “leggermente” diversi.
Queste disfide da criceto ci allontanano, se possibile, ancora di più dalla gente.
Unica riflessione utile all’interno della gabbia, che può interessare anche il Popolo oltre che la nostra Libertà, è sui criteri di selezione della classe dirigente. La vicenda Trota dimostra che le preferenze e le primarie non sono sempre una soluzione ad ogni male, ma almeno chi viene eletto sente di dover ascoltare anche un po’ la sovranità popolare e non solo compiacere chi lo ha cooptato.
Discutiamone con la serenità che la questione è irrisolta dai tempi del Cavallo di Caligola in Senato.