I consiglieri comunali del Comprensorio del cuoio hanno scritto questa lettera-comunicato.
Da leggere. Ricordo che chi firma questa nota con la politica ci ha solo rimesso economicamente e socialmente. Ha sacrificato tempo libero e soldi perchè convinto delle proprie idee e per servire la propria comunità locale.
“In questi giorni i giornali sono invasi dalle cronache che riguardano la vicenda Lazio la quale sta destando una giusta perplessità nella opinione pubblica.
Mentre comprendiamo lo stato d’animo dei cittadini, dobbiamo però anche evidenziare la nostra forte meraviglia del perché tanto clamore non si è manifestato per vicende più gravi che sono ripetutamente emerse sia a livello nazionale che locale .
Ci stupisce ad esempio che la collettività della nostra regione si indigni per il caso Lazio mentre, pur essendo a conoscenza da anni di gravi episodi di malgoverno a livello regionale, provinciale e
comunale, non manifesti altrettanto stupore e indignazione.
Non ci pare che in Toscana abbia sollevato grande clamore la vicenda dell’inspiegabile “buco” di 400 milioni di euro dell’ASL di Massa, “buco” verificatosi quando il Presidente della Regione Toscana Rossi era Assessore alla Sanità, né ci risulta che ci siano state prese di posizione significative a fronte della brutta storia della costruzione della bretella Prato-Signa che ha visto volatilizzarsi i 30 milioni di euro sborsati dalla Regione Toscana i quali sarebbero andati – secondo i PM di Firenze – nelle casse di tre società fra le quali vi è il Consorzio Etruria, senza che fosse minimamente avviata l’opera promessa.
Per restare sulle vicende locali non ricordiamo grandi manifestazioni di sdegno di fronte alla strana e caparbia volontà della Regione Toscana di imporre impianti di smaltimento rifiuti nel comprensorio del cuoio, come non abbiamo visto particolari risentimenti sui catastrofici rapporti di alcuni Comuni toscani con il Consorzio Etruria, il quale ha da essi tanto ricevuto e poco dato in cambio. E che dire della incredibile vicenda del famoso “tendone” di San Miniato, emblematico esempio di come le regole non siano uguali per tutti.
Si potrebbe scrivere un compendioso libro sulle spese inutili – o meglio utili ai soliti pochi – che gli enti locali toscani ed in particolare la Regione effettuano a favore di stravaganti e costosi progetti che hanno come oggetto “la democrazia” (400 mila euro)”, i “calzoni corti” (220 mila euro), il “decentramento amministrativo dell’isola caraibica di Haiti” (100 mila euro) , il progetto “sviluppo dei sistemi
economici territoriali del Guatemala e di Cuba” (139 mila euro). Tutte spese assolutamente inutili che però graveranno pesantemente sui cittadini toscani con più tasse e meno servizi.
E’ evidente che è necessaria una nuova stagione nel modo di fare politica, ma è anche necessario un nuovo modo con il quale la collettività, in tutte le sue componenti, si rende partecipe della vita della nazione. La cattiva pianta alligna in tutti i settori della comunità italiana e non è più possibile fingere di risolvere i problemi additando per opportunismo e tornaconto sempre gli “altri”.
Premessa la gravità e l’ampiezza del problema che è dell’intero paese è anche necessario evidenziare che in ogni settore del tessuto sociale compresi i partiti politici ci sono persone degne e responsabili
che non è giusto accomunare ai “furbetti del quartierino”.
A questo proposito sia chiaro che i molti che con passione e disinteresse svolgono quotidianamente attività di volontariato politico non debbono essere confusi con i faccendieri e i cacciatori di prebende.
Deve essere chiaro a tutti che migliaia di simpatizzanti, militanti e dirigenti periferici del PDL – fra i quali vi sono certamente quelli che operano nella provincia di Pisa e nel comprensorio del cuoio –
svolgono attività politica senza ricevere un centesimo derivante dal finanziamento pubblico ai partiti, ma operano e fanno politica con i soli mezzi da loro stessi messi a disposizione. Volontariato quindi a 24
carati.
E’ auspicabile che queste vicende stimolino la nascita di un nuovo corso nel quale i vertici dei partiti, e per quanto ci riguarda il PDL, gestiscano le risorse disponibili in maniera trasparente e condivisa, dove anche le strutture periferiche siano portate a conoscenza delle risorse economiche assegnate ai partiti a livello nazione e regionale e finalmente siano messe in grado di poter contare su un minimo di contributi in rapporto alle capacità organizzative dimostrate e ai risultati conseguiti. Solo così potranno essere evitati gli abusi, ridotte le spese e valorizzata la democrazia.