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«Il patteggiamento ci ha sorpreso. Ma Bucci è più forte». La mia intervista al Secolo XIX

Con responsabilità non abbiamo mai cercato di portare avanti una soluzione di partito, ma ci siamo sempre confrontati con gli alleati indicando chi poteva essere la soluzione migliore per la Liguria, per poter provare a proseguire l’ottimo lavoro che aveva fatto il centrodestra in Liguria

di Marco Menduni

Partiamo dal pressing per la candidatura di Marco Bucci e dall’intervento della premier Meloni per convincerlo.

«Noi abbiamo sempre sperato di poter indicare il suo nome, il sindaco inizialmente non aveva dato la sua disponibilità. Poi è stato sentito da Giorgia Meloni. Probabilmente le sue condizioni sono migliorate, si è sentito la forza, la convinzione di farcela, ci ha dato la disponibilità e siamo stati ovviamente ben felici di accettare. Sicuramente quella che è sempre stata nei nostri desideri è la scelta migliore».

Voi avevate indicato Il nome di Ilaria Cavo. È stato così difficile far convergere tutta la coalizione su di lei?

«Ilaria Cavo, un’amica che stimo e un’ottima parlamentare, non è un’esponente di Fratelli d’Italia. FdI è il partito che ha avuto più consensi alle ultime europee che i sondaggi danno come primo partito in Liguria alle prossime regionali. Avevamo tutta la possibilità e il diritto di esprimere una nostra bandiera: un nostro uomo o una nostra donna. Non ci manca certo la classe dirigente, abbiamo moltissimi all’altezza e in grado di governare».

Qual è stata allora la valutazione?

«Con responsabilità non abbiamo mai cercato di portare avanti una soluzione di partito, ci siamo sempre confrontati con gli alleati. Indicando chi poteva essere la soluzione migliore per la Liguria, per poter provare a proseguire l’ottimo lavoro che aveva fatto il centrodestra in Liguria».

Ora è arrivato il patteggiamento di Giovanni Toti. Eravate stati avvertiti in anticiро?

«No, io l’ho scoperto dalle agenzie. Però voglio puntualizzare una cosa».

Prego.

«Fa parte delle sue scelte personali ma non ha nessuna influenza sulla campagna elettorale. Devo prendere atto che la procura ammette che tutte le scelte istituzionali e amministrative sono state corrette e questo è quello che noi sapevamo e dicevamo. A questo punto, durante la campagna non ci sarà più l’ombra della correttezza degli atti da parte della Regione. E questo è comunque importante, noi lo sapevamo, lo sapevano anche i cittadini liguri ma adesso è riconosciuto anche dalla procura».

In un’intervista Toti ha parlato di “Golgota” e di solitudine…

«Io ho il massimo rispetto per le sensazioni umane in momenti, comunque particolari, come quelli che ha vissuto Toti. Non credo sia stato così. Personalmente l’ho chiamato appena ho saputo che gli erano stati tolti i domiciliari, credo che la mia sia tra le prime telefonate che sono arrivate a Giovanni, poi ovviamente certe sensazioni non mi permetto di commentarle, le rispetto».

Ripeto: la sua scelta cambia qualcosa in questa campagna elettorale sprint?

«Adesso è necessario anche politicamente guardare al futuro. Toti stesso dichiara chiusa la sua esperienza politica per il momento: è tornato a concentrarsi sulla sua attività professionale. In Liguria pensiamo ai liguri e a proseguire il buon lavoro che è stato fatto, la Liguria è cresciuta molto in questi anni dal punto di vista turistico, infrastrutturale, economico, non possiamo consentire che torni indietro al grigiore e ai freni messi dalla politica di sinistra».

Giuseppe Conte, leader del M5S, dice che il governo deve chiedere scusa di aver parlato di giustizia a orologeria…

«Credo che vista la forza del candidato proposto dal centrodestra, vista la forza di Bucci, ci sia il tentativo da parte del cosiddetto campo largo, di quella accozzaglia che si presenta alle elezioni, di tenere alta la polemica sui temi giudiziari quando non riguardano questa campagna. Non è nostro interesse proseguire le polemiche di chi a quanto pare non ha da parlare ai liguri di progetti concreti».

Nel fronte avversario non ancora chiusa la partita del centro. Renzi, Calenda, con mal di pancia sia all’interno dei loro partiti sia della coalizione.

«Io credo che nella sfida ligure il mondo moderato non sia in mano alle scelte dei leader di partito ma sia pronto e abbia già scelto. Bucci già governa con buona parte di quel mondo, civico di per sé, nel governo di Genova. È già un’esperienza di allargamento del centrodestra tradizionale e quindi proseguirà in questa nuova avventura, a prescindere dalle scelte dei leader di partito: le bandierine, gli schieramenti, le discussioni sui giornali. Tra il passato di Orlando e il futuro di Bucci i moderati e i civici non avranno dubbi come scegliere».

Questa soluzione per la Liguria può influire sugli assetti delle altre Regioni che vanno verso il voto?

«È sempre stata una ricostruzione giornalistica, questa del conteggio delle bandierine nelle Regioni. Anche perché se dovessimo fare il conteggio dovremmo esprimere sempre candidati di Fratelli d’Italia per pareggiare lo squilibrio esistente. Ma non ci interessa, ci interessa obiettivamente mettere candidati migliori e Bucci in questo caso non è ascrivibile a nessuno dei partiti del centrodestra ma li rappresenta perfettamente tutti».

Come vi preparate alle urne?

«Fratelli d’Italia in Liguria, guidato da Matteo Rosso, sta lavorando a liste molto forti, aperte: è consapevole della responsabilità che avrà di essere il perno della coalizione e del prossimo governo della Liguria».